Corte dei Conti ha depositato nelle scorse ore la sentenza con la quale condanna il primo cittadino Oreste Giurlani al pagamento di oltre 700mila euro, per la precisione 724.331,65. Secondo la Corte è colpevole di aver “gestito il denaro dell’Uncem a proprio beneficio, compilando rimborsi per spese di viaggio e di missione non spettanti, acquistando beni personali, privi di finalità istituzionali, pagando le rate di finanziamenti personali e affidando a sé stesso incarichi retribuiti”. Giurlani ha definito la sentenza “inspiegabile” ed ha annunciato che farà ricorso.
La notizia ha scosso l’intera comunità pesciatina. Immediatamente si sono costituite, almeno sui social, due frange. Una colpevolista, secondo la quale “Giurlani deve dimettersi”, l’altra più “partigiana” e garantista, secondo cui invece, “Giurlani avrà sempre il mio voto, mai nessuno come lui”.
Tra i detrattori di Giurlani c’è chi gli chiede di “restituire tutto fino all’ultimo centesimo” e che si trincera dietro un “…che figura”. Qualcuno la prende sul ridere e ipotizza teorie complottiste, ”c’è la Cina dietro la condanna”, “o forse il Vaticano e il Kgb?”, si domandano altri.
Tantissimi, c’è da dire, anche i messaggi di solidarietà che riconoscono a Giurlani l’impegno e la dedizione nei confronti della comunità che rappresenta e del territorio. “E’ il sindaco che ha fatto più di chiunque altro”, “Risindaco un’altra volta”, oppure “Non credo in quelle accuse, dimostrerà la sua innocenza”