Al giorno d’oggi il mal di schiena rappresenta la maggior causa di disabilità e coinvolge più dell’80% della popolazione mondiale.
Si tratta di un tema caldo, che riesce a fare tendenza sui social e capace di attrarre sempre più l’attenzione dei media e del pubblico. Non sempre, però, è possibile trovare informazioni aggiornate e veritiere tramite i canali più noti e il rischio è di alimentare false credenze riguardo la tematica del mal di schiena.
Con questo articolo vorrei sfatare alcuni falsi miti, sperando di aumentare il vostro senso critico nei confronti dei contenuti che spopolano sui social.
- Imaging sempre necessaria
Ecco la prima inesattezza.
Per la radiografia, la risonanza magnetica e altre indagini strumentali, uno studio* del 2015 ha rivelato bassa correlazione fra gli esami effettuati e il quadro di dolore del paziente. Infatti anche nei soggetti sani si riscontrano le stesse alterazioni che possono presentare i soggetti che hanno mal di schiena. Per esempio, per quanto riguarda la degenerazione del disco intervertebrale hanno visto che a 20 anni il 37% dei soggetti sani già la presenta, raggiungendo poi una percentuale dell’88% dei soggetti sani a 60 anni!
Quindi gli esami sono inutili? Assolutamente no! Sono molto utili, ma devono essere interpretati e correlati alla condizione clinica del paziente. E soprattutto, non focalizziamoci solo su quello che si vede dalle immagini, perché anche nei sani si possono riscontrare le stesse alterazioni.
2. Riposo assoluto sempre
Anche questa è una grande inesattezza!
Il movimento è la chiave per recuperare nella maggior parte dei casi di mal di schiena acuto. Mantenere a lungo una posizione e avere uno stile di vita sedentario sono fattori di rischio per lo sviluppo della lombalgia. Quindi, a meno che non ci siano situazioni di controindicazione al movimento valutate dal personale sanitario, molto meglio restare attivi!
3. Dolori diffusi? Migliora la tua postura
E se ti dicessi che ci sono persone che hanno una postura considerata perfetta e presentano comunque mal di schiena?
Semplificare non è il metodo giusto per raggiungere una soluzione. Il dolore è un fenomeno complesso, influenzato da molte variabili. L’organizzazione mondiale della sanità definisce il dolore come “un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di danno”.
Cosa significa? Che non sempre il dolore corrisponde a un danno. I tessuti possono essere l’origine del dolore, ma l’elaborazione di questa informazione dà forma al dolore che percepiamo e su questa seconda fase agiscono numerose variabili. Ci possono essere situazioni di dolore, in assenza di danno dei tessuti!
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*Brinjikji W, Leutmer PH, Comstock B, et al., Systematic literature review of imaging features of spinal degeneration in asymptomatic populations. AJNR Am J Neuroradiol. 2015; 36 (4): 811-816. Doi: 10.3174/ajnr.A4173
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