Rischio dissesto. A giorni la sentenza della Corte dei Conti?

Appena un anno fa la Corte dei Conti “bacchettò” il Comune di Pescia, reo, a suo dire, “di comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, di irregolarità contabili e squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto“.

In particolare, fu detto, “la situazione finanziaria del Comune di Pescia appare pesantemente compromessa e si mostra come anticamera ad una pronuncia di dissesto“.

Se non fu una condanna, poco ci mancava.

Per evitare il dissesto, era scritto nelle osservazioni, “il Comune di Pescia dovrebbe trovare risorse per ripianare il disavanzo ordinario registrato al 31 dicembre 2019 e ripristinare l’equilibrio di cassa al quale, al 31 dicembre 2019, mancherebbero risorse per euro 2.841.252,98“.

Ecco dunque che il Comune di Pescia, appena qualche giorno più tardi, decise di mettere in vendita l’argenteria migliore, oppure “non strategica”, si dirà, come: parte delle azioni di Acque e la quota nel consorzio Coad (la cui scadenza per la presentazione delle offerte scade proprio oggi). Il ricavato dovrebbe garantire le risorse necessarie a ripianare i conti.

In caso di dissesto il Prefetto potrebbe decidere di sciogliere il consiglio comunale e nominare un commissario. Sarebbe la quarta volta a Pescia, dal dopoguerra ad oggi: nel 1956 fu Achille Verano, dal 2003 al 2004 toccò a Vittorio De Cristofaro, dal 2017 al 2018 fu la volta di Silvia Montagna.

La sentenza, attesa per il 30 giugno, probabilmente slittata a causa delle’emergenza epidemiologica, potrebbe arrivare prima di Natale.