“Giurlani ha gestito il denaro dell’Uncem a proprio beneficio, compilando i prospetti cumulativi relativi a rimborsi per spese di viaggio e di missione non spettanti, acquistando beni personali, privi di finalità istituzionali, pagando le rate di finanziamenti personali e affidando a sé stesso incarichi retribuiti”. E’ scritto nella sentenza della Corte dei Conti con la quale Giurlani viene condannato al pagamento di € € 724.331,65.
Secondo le indagini, Giurlani, negli anni 2012-2016, si sarebbe appropriato dell’astronomica cifra, di cui:
-€ 338.784,10 relativi a somme spese con denaro pubblico, totalmente non documentate;
-€ 241.621,87 per rimborsi richiesti ed ottenuti dei quali non vi è prova della necessità e della natura istituzionale (cappotti da donna, cellulari i-phone, materiale sportivo, ecc.);
-€ 143.960,83 per incarichi di collaborazione a titolo oneroso che Giurlani si è autoconferito.
Secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza, vi sono anche rimborsi chilometrici per trasferte, senza indicazione dei motivi delle stesse e in giorni (per la maggior parte sabati, domeniche e festivi) in cui dall’agenda del convenuto non risultano impegni riferibili all’ente e non risultano nemmeno passaggi autostradali registrati con il Telepass.
Giurlani fu condannato nell’aprile 2019, sempre dalla Corte dei Conti, anche al risarcimento di quasi 900mila euro per il mancato versamento all’Inps degli oneri previdenziali e assistenziali nel periodo compreso tra il giugno 2011 e il 2016 per dipendenti e collaboratori esterni.
Giurlani ha annunciato che farà ricorso.