Doveva essere una “cosetta veloce” e “nel giro di qualche settimana” i parcheggi in zona ospedaliera sarebbero tornati nelle mani dei pesciatini. Ed invece è arrivata la doccia fredda.
Il Tar ha annullato i provvedimenti di autotutela emanati dal Comune nel 2019, condannandolo anche al pagamento delle spese legali valutate in seimila euro oltre iva. I parcheggi dunque, “almeno per ora” rimangono nella disponibilità di Pe.par. spa.
LA DURA ACCUSA DEL PARTITO DEMOCRATICO PESCIATINO
“Il Tar ha annullato i provvedimenti di autotutela emanati dal Comune nel 2019 visto il Comune di Pescia è richiamata anche in un’altra sentenza del TAR relativa a Banca Carige. Riteniamo quindi di dover intervenire in quanto il nostro gruppo consiliare promosse due atti approvati dal Consiglio Comunale, uno del luglio 2014 e l’altro, visto che non erano intervenuti elementi nuovi, del novembre 2016.
Il Consiglio, in quei due atti, aveva indicato una strada che non è stata seguita dalla Giunta e che invece ha avuto il conforto del TAR della Toscana. Si impegnava infatti il Sindaco “a riferire immediatamente al Consiglio sullo stato dei rapporti e dei vincoli contrattuali tra il Comune di Pescia e la ditta Pe.Par e sull’effettivo rispetto degli impegni contrattuali da parte di quest’ultima, assumendo le conseguenti determinazioni”.
Non scegliemmo casualmente di parlare di vincoli e impegni “contattatuali”: sapevamo infatti che le inadempienze di Pepar andavano fatte valere davanti al giudice ordinario, non al Tar che avrebbe avuto invece giurisdizione per provvedimenti amministrativi di autotutela giustificabili solo se tempestivi ma che con il passare del tempo sarebbero stati invece sempre più censurabili perché tardivi. Puntualmente il Tar della Toscana ha dichiarato di non aver giurisdizione sul rapporto contrattuale e ha invece ravvisato la tardività del provvedimento di autotutela. Una strategia, quella scelta dal Comune, chiaramente “suicida” per l’Ente e per gli stessi perché il gestore e la banca Carige escono rafforzati da questa prevedibilissima sentenza.
A questo punto vogliamo rivolgere alcune domande all’attuale Amministrazione Comunale di Pescia:
-come mai è stata presa un’iniziativa da parte del Comune di Pescia sulla concessione parcheggi ospedalieri solo nel 2019 ignorando il Consiglio Comunale che si era espresso in tal senso nell’estate del 2014 (e quindi quasi cinque anni dopo)?
-come mai l’Amministrazione Comunale ha scelto una strada prevedibilmente suicida come quella dell’autotutela annullando la concessione dopo ben 8 anni dal provvedimento e non ricorrendo invece al giudice ordinario per contestare (a prescindere dall’assai opinabile legittimità della concessione) gli inadempimenti contrattuali?
A queste domande servono risposte precise perché, dopo questa sentenza del TAR Toscana, la posizione del Comune di Pescia si è ancora di più aggravata e occorre capirne il perché.
C’è solo un unico danneggiato in questa vicenda: la cittadinanza di Pescia che, oltre ad una convenzione-ergastolo firmata nel 2011, ora deve sopportare anche azioni che hanno rafforzato di fatto le pretese giuridiche dei gestori.
Il Comune di Pescia non può continuare a danneggiare i cittadini: prima con la convenzione sui parcheggi ospedalieri, adesso con questa gestione suicida del contenzioso a breve con un censurabile (e censuratissimo) Piano Operativo, sul quale agli esiti del dibattito del Consiglio Comunale ci si potrà rivolgere alle autorità competenti e certamente, a differenza del Comune, non se ne sbaglierà l’individuazione”.