Furti nelle auto nella Svizzera pesciatina. Carabinieri sgominano banda. Quel curioso particolare e la pistola

I Carabinieri della Compagnia di Pistoia hanno portato a termine un’operazione iniziata nel luglio dell’anno scorso e che ha consentito ai militari di smantellare un sodalizio criminale dedito ai furti su autovettura e all’arresto di 5 persone, di cui tre residenti nel campo nomadi pistoiese di Pontelungo e due presso il campo nomadi di Empoli.

Le indagini, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Pistoia, erano iniziate a seguito di una denuncia per furto su autovettura presentata nel luglio 2020 da un cittadino di Montale ai Carabinieri del locale comando. L’uomo, che si era recato per una passeggiata tra i boschi di Tobbiana, aveva lasciato l’auto parcheggiata lungo la strada. Al rientro dalla camminata l’amara sorpresa: il finestrino anteriore sinistro del suv in frantumi e il suo portafogli sparito.

I Carabinieri avevano avviato subito alcuni accertamenti alla ricerca di elementi utili per individuare gli autori del reato, grazie anche ad una telecamera installata su una proprietà privata che parzialmente inquadrava una porzione di strada. Le immagini avevano “restituito” il numero di targa del veicolo, risultato in uso agli indagati, ed un curioso particolare. Il passeggero immortalato con il braccio destro fuori dal finestrino, aveva un vistoso e caratteristico tatuaggio.

E’ stato disposto l’avvio delle attività di intercettazione telefonica e localizzazione nei confronti degli arrestati. Dalle indagini è anche emerso che per un lungo periodo il gruppo aveva peso di mira le auto parcheggiate e incustodite nelle aree di sosta, parcheggi di B&B e ristoranti, cimiteri e chiese in particolare nel territorio pesciatino. A questo proposito i militari della stazione dei Carabinieri di Pescia, comandati dal luogotenente Francesco Marraccini, hanno contribuito agli arresti ed alle perquisizioni, fornendo nella fase investigativa iniziale le immagini riprese dalle telecamere di aziende situate “sul percorso” dei criminali.

Le azioni dei malviventi erano fulminee. In pochissimi minuti portavano via tutto quello che trovavano all’interno dei mezzi: portafogli, borse, computer, telefoni, talvolta gioielli, attrezzi agricoli e industriali.

Le “girate” termine con cui gli indagati si riferivano alla loro attività vedevano un ulteriore “espansione” del raggio d’azione nei giorni festivi verso il litorale toscano e le località balneari frequentate da famiglie per trascorrere una giornata al mare. Gli indagati raggiungevano i loro obiettivi sempre percorrendo con scaltrezza strade secondarie e poco trafficate per evitare di incappare nei controlli delle forze dell’ordine.

Gli oggetti rubati, venivano poi ricettati e illecitamente venduti tramite altri soggetti indagati in stato di libertà.

Nel corso dell’indagine emergeva anche una situazione particolarmente allarmante: nel mese di agosto infatti scoppiava un violento litigio tra alcune donne residenti nel campo nomadi di Pontelungo con reciproci scambi di offese e minacce. L’evento apparentemente di poco conto, degenerava rapidamente nei giorni successivi allargandosi alle famiglie delle donne e ai loro parenti residenti in altri campi nomadi. Uno degli indagati, in previsione della resa dei conti, era riuscito a procurarsi una pistola calibro 7,65. Nel corso di una delle conversazioni captate era possibile udire le istruzioni impartite sull’utilizzo dell’arma da fuoco dal “fornitore”.

Fortunatamente la nascente “faida” si risolveva senza azioni violente e l’arma veniva recuperata dai carabinieri nel corso di alcune perquisizioni dagli stessi effettuate e che portavano all’arresto in flagranza di reato di un 44 enne pregiudicato di origini campane, che aveva appunto messo a disposizione degli indagati una pistola Jager AP 74, risultata provento di furto consumato ad Agliana nel 2013, completa di caricatore e proiettili.

Nel corso dell’operazione odierna, i carabinieri hanno dato quindi esecuzione ai provvedimenti richiesti dalla Procura della Repubblica pistoiese, ovvero a 5 ordinanze di custodia cautelare di cui 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari, procedendo contemporaneamente a 8 perquisizioni nel corso delle quali sono stati rinvenuti strumenti da lavoro, abbigliamento e pelletteria di lusso nonché vari cellulari