La Cisl accusa il Comune di Pescia sul licenziamento di un dipendente in servizio alla biblioteca comunale C. Magnani.
“Nel dicembre 2018 il comune di Pescia, attraverso la piattaforma Regionale Start, ha disposto l’affidamento diretto della gestione dei servizi bibliotecari per 2019, alla cooperativa Scripta Manent, senza prevedere l’inserimento di una clausola sociale a garanzia del personale dipendente in appalto”, ha scritto Cisl in una nota.
Dal primo gennaio 2019 è subentrata la nuova cooperativa che ha inizialmente proposto di assorbire una lavoratrice, già in servizio alla biblioteca, a tempo determinato subordinato ad un periodo di prova e dunque senza la garanzia di rimanere in servizio per tutto il periodo dell’affidamento previsto.
“Cisl, su mandato della lavoratrice interessata, si è inserita nella vicenda per cercare di trovare una soluzione a garanzia della continuità del rapporto di lavoro, come avviene in qualsiasi cambio di appalto, soprattutto nell’ambito del settore pubblico, con assunzioni a tempo indeterminato e con l’esclusione del periodo di prova”.
Secondo la nota, a quel punto, la cooperativa subentrante è tornata sui suoi passi, non garantendo più l’assunzione della lavoratrice ed inserendo personale proprio. “Il comune di Pescia, alle sollecitazioni di Cisl, ha risposto con nota scritta chiamandosi fuori dalla vicenda, asserendo fra l’altro di non essere titolato ad organizzare alcun incontro in ordine alla soluzione del problema, fornendo una generica disponibilità a presenziare ad incontri solo se convocati dalle cooperative interessate nella gestione del servizio solo per la mera esposizione di pareri, facendo inoltre riferimento a normative e sentenze del Tar in ordine alla clausola sociale e alla possibilità non dovuta di garantire la riassunzione del personale presente in appalto”.
“Appare quanto meno singolare, almeno ai nostri occhi, che un ente pubblico non riesca a garantire i diritti di chi lavora presso appalti gestiti dagli stessi, rileviamo altresì come in molte altre situazioni simili, anche in appalti regionali riguardanti un più consistente numero di addetti, si riescono comunque a definire clausole che garantiscono il passaggio e tutelano chi lavora, stupisce come in questa occasione, dove la platea dei dipendenti è ridotta ad una sola persona, non si sia potuto o voluto introdurre garanzie a salvaguardia di chi lavora”.