BERNARD DIKA, flash su ospedale, Mefit e Pinocchio. “Non buchi nella collina”

BERNAD DIKA ►►► Nato nel 1998, cresciuto tra Pistoia e Larciano, dopo essere arrivato dall’Albania quando aveva solo un anno, senza suo padre, e, dice lui “…con un cognome che veniva considerato strano“.

Diplomato al Liceo Niccolò Forteguerri di Pistoia e laureato all’Università di Firenze in Scienze dei servizi giuridici.

Candidato consigliere regionale nella lista del Partito Democratico a sostegno di Eugenio Giani.

OSPEDALE DI PESCIA ►►► L’ospedale di Pescia è ancora vivo, e parlando con gli operatori si percepisce l’amore e la dedizione con cui ogni giorno tengono in piedi una struttura fondamentale per la nostra comunità. Qui i pazienti non sono numeri, e alzando il telefono si risolvono problemi che altrove diventano montagne.

Negli ultimi anni, però, il presidio ha perso servizi e professionalità: è il momento di invertire la rotta. Dobbiamo rafforzare il personale, stabilizzare chi vive nel precariato, investire in tecnologia e ridurre la pressione sulle strutture, potenziando la sanità territoriale. Mi candido anche per questo: perché l’Ospedale della valdinievole sia un punto di forza e non un presidio in difensiva.

MEFIT ►►► Il Mefit è una struttura con grandi potenzialità che deve tornare ad essere pienamente operativa e sicura. Serve completare i lavori di messa in sicurezza e riqualificazione, ma anche ripensarne l’utilizzo: oltre alla funzione tradizionale, può diventare uno spazio polivalente, capace di ospitare attività complementari e generare nuove opportunità per il territorio.

Il distretto floricolo e florovivaistico pesciatino è una ricchezza unica, che va sostenuta con strumenti economici, innovazione tecnologica e una logistica più efficiente. Ma soprattutto serve più unità: solo facendo squadra tra le tante piccole imprese del settore si può davvero rilanciare il distretto e restituirgli il ruolo che merita.

PINOCCHIO ►►► Voglio parlare di un Progetto Pinocchio: un piano complessivo in cui enti pubblici e capitali privati, già presenti al tavolo di lavoro, collaborino per valorizzare un patrimonio unico al mondo.

Accanto al parco storico-culturale, serve un vero amusement park, capace di attrarre turismo familiare, prolungare la permanenza dei visitatori e creare filiera con le altre eccellenze del territorio. In questa visione anche il Mercato dei Fiori può trovare nuova vita, diventando parte di un polo turistico e commerciale più ampio.
Tutto ciò, però, deve andare di pari passo con la risoluzione del traffico pesante nel centro di Collodi: servono soluzioni reali, non progetti irrealizzabili o “buchi nella collina”.