PROCEDURA DI LICENZIAMENTO PER 34 LAVORATORI. Caos negli appalti Asl Toscana Centro

Trentaquattro tra lavoratori e lavoratrici addetti al servizio di reception e call-center per la ASL Toscana Centro Libera Professione si ritrovano sotto procedura di licenziamento. La riduzione del personale inchiesta dalla appaltatrice Nuovo Futuro Srl riguarda 28 lavoratrici e 6 lavoratori impiegate tra le ASL delle province di Firenze, Prato e Pistoia.

A Pescia sono 3 i lavoratori coinvolti. Se a Pescia, o più in generale in Valdinievole, dovesse essere decapitato anche il servizio delle visite a pagamento, i timori per la mancanza di cure sarebbero reali…

“La procedura di licenziamento arriva da una scelta che la Nuovo Futuro ha motivato con il fatto che l’appalto risulta economicamente in costante perdita“, è scritto nella nota di Sarah Caudiero e Luca Toscano del sindacato Sudd Cobas, che prosegue.

La procedura di licenziamento collettivo aperta dalla Nuovo Futuro Srl è il risultato della logica degli appalti pubblici costruita sul “massimo risparmio”. Dal 2007 ad oggi abbiamo già assistito a numero cambi di appalto, ognuno peggiorativo del precedente. Ogni passaggio ha significato riduzione del monte ore (e quindi delle retribuzioni), meno diritti meno dignità. Una progressiva riduzione del personale, declassamenti professionali e trasferimenti forzati in sedi decentrate. Tutto questo in un clima di continua pressione ed incertezza per quanto riguarda il futuro.

L’ultima gara di appalto ha segnato un punto di non ritorno: non più su base oraria, ma “a prestazione”, trasformando il lavoro in pura mercificazione, cottimizzando l’attività e danneggiando non solo i lavoratori, ma anche i cittadini, che ricevono un servizio sempre più povero, frutto di una vergognosa “corsa al risparmio”.

Se nulla dovesse succedere, tra poche settimane i servizi della Libera Professione della ASL Toscana Centro si troverebbero in condizione di non potere essere operativi.

Non risulta nessuna scelta della Asl né di ESTAR di interrompere il servizio. Il servizio quindi dovrà in qualche modo continuare. Ma a quali condizioni?

Ci sono due modi di risolvere questa situazione critica che rischia di esplodere dopo l’apertura della procedura di licenziamento da parte della Nuovo Futuro: nuove condizioni di appalto che garantiscano la continuità del servizio e i posti di lavoro alle stesse condizioni attuali, oppure un taglio alle ore, ai salari e ai diritti di chi lavora per continuare a garantire alla ASL il “massimo risparmio” ed i margini di profitto all’appaltatore.

A pensare male si fa peccato, ma…” non è difficile sospettare che qualcuno stia pensando di prendere per la gola le lavoratrici e i lavoratori per fare passare peggioramenti delle condizioni di lavoro come “necessari” al mantenimento dei posti di lavoro.

Noi non ci stiamo. Chi ha prodotto questa crisi deve risolverla, senza mettere le mani nelle tasche di chi lavora con dedizione da anni per dare un servizio ai cittadini. ASL ed ESTAR si assumano le proprie responsabilità, chiudendo la stagione degli appalti al massimo risparmio e aprendo un percorso verso l’internalizzazione di tutto il personale che porta avanti i servizi.

Come Sudd Cobas inizieremo una mobilitazione diretta ad ASL, ESTAR e Regione Toscana con questi punti chiari e non negoziabili: non un posto di lavoro in meno, non un euro in meno di salario, non un’ora in meno di contratto, non un km di trasferimento”.

Per scongiurare i licenziamenti è stata attivata una raccolta firme di medici, personale sanitario e anche utenti, in sostegno agli operatori e alla qualità del servizio.