STUDENTE DEL MARCHI vince Premio Letterario. “Coesione sociale e intergenerazionale”

Lorenzo Pagni, studente della 3°A RIM dell’Istituto Marchi di Pescia, è risultato tra i vincitori del Premio Letterario Regionale Mirella Gennai, organizzato dal Comune di Massa Marittima e ormai giunto alla ventesima edizione.
Tra le tematiche proposte, tutte di interesse sociale e civile, Lorenzo ha scelto il disagio giovanile nella società attuale, sviluppando riflessioni personali sui cambiamenti in atto a livello globale.
Anche l’Istituto Marchi ha ricevuto un premio.
Di seguito, la conclusione dell’elaborato di Lorenzo dal titolo Forti perché fragili di futuro.
Sono fortemente convinto che, nelle sfide sempre più ardue che si porranno dinanzi all’uomo, dovremmo essere tutti più disposti all’empatia, alla comunicazione intergenerazionale, perché comprendersi è sempre più efficace che giudicarsi a vicenda. La delicatezza che noi giovani abbiamo di natura in questa fase della vita, e in questo preciso momento storico, altro non è che un riflesso della società. Noi adolescenti, per la maggiore vicinanza alla sorgente della vita, abbiamo acque più cristalline rispetto agli adulti, attraverso le quali trasmettere più chiaramente all’esterno ciò che scorre nelle profondità. Il tempo non ha applicato ancora i suoi filtri né il suo lungo fluire ha potuto intorpidire le acque. Se attraverso queste acque traspare qualcosa di inquietante in noi adolescenti, forse la cosa più sensata da parte di un adulto maturo sarebbe ricercarne le origini nella società: un fenomeno ricorrente che affligge i giovani potrebbe avere cause estrinseche di cui essi non sono direttamente responsabili. Come non lo sono certo delle problematiche succitate, come il riaccendersi dei conflitti, il riarmo, la crisi climatica, quella economica e quella pandemica. Sono tutti fardelli che ereditiamo da un passato ingombrante e che l’adulto consapevole dovrebbe aiutarci, con dedizione, a trasformare in obiettivi di lavoro sinergico. Perché l’unica via per costruire un futuro non è il conflitto, ma la coesione sociale e intergenerazionale. Altrimenti ne verrà un futuro fragile, o peggio: saremo tutti fragili di futuro”.