Cosa rende felice la GenZ? Stefania Berti

La Generazione Z – confesso che ho sbirciato su Wikipedia per trovarne la definizione – quella detta anche dei Centennials, o Post-Millennials, o Digitarians, comprende i ragazzi nati tra la seconda metà degli Anni Novanta e la prima metà degli Anni Duemiladieci. I miei figli, per dire, non ci rientrano (sono della generazione Alpha, quella successiva…aiuto), ma ne ho a scuola un discreto campionario. Quindi ho chiesto direttamente a loro cosa amino fare nel loro tempo libero, ecco perché le mie informazioni sono di prima mano. In gran parte sono risposte che mi aspettavo, ma ho avuto anche qualche sorpresa.
Una delle attività che appassionano di più gli adolescenti, nemmeno a dirlo, è guardare le serie tv, possibilmente non diluite nel tempo, ma tutte insieme, concentrando le puntate di una stagione in un fine settimana. Si chiama “binge-watching” e letteralmente è un’abbuffata di tv, che risponde a una caratteristica tipica dei ragazzi di oggi: la totale incapacità di avere pazienza, e, contemporaneamente, la noia che li invade quando il tempo vuoto di attività richiederebbe di averne.
Una volta ho letto su Facebook una battuta, che ha molto di vero: i ragazzi di oggi non conoscono la pazienza perché non sanno cosa significhi aspettare ore e ore che la radio passi la tua canzone preferita. A loro basta cercarla su internet e la ascoltano senza dover aspettare. Però dopo due giorni probabilmente se la sono dimenticata, e non la conservano nel cuore per anni come facevamo noi, copiando i testi dalle pagine di “Tv Sorrisi e Canzoni”.

Se le serie tv vanno per la maggiore, il cinema, ahimè, è quasi scomparso dal novero dei loro interessi, e devo confessare che io lotto contro questa tendenza praticamente ogni giorno. Cito battute di film che facevano parte del mio orizzonte culturale – Amici miei, Fantozzi, Berlinguer ti voglio bene – e mi rendo conto che mi guardano senza capire cosa io stia dicendo. Per me, cresciuta guardando commedie, thriller o film che sono entrati nella storia del cinema, è inconcepibile e triste, ma porvi rimedio è veramente difficile. L’educazione alla settima arte, se non inizia nella preadolescenza, ahimè rischierà di restare incompleta, o nulla.

Un’altra passione della generazione Z è la musica. Mi sono rifiutata di chiedere quale tipo di musica piaccia, per non sentirmi rispondere in massa Madame, Tony Effe, Blanco o un altro di quelli che arrotolano le parole cantando tutti allo stesso modo, e parlando una specie di corsivo francamente insopportabile. Scusatemi. Non ce l’ho fatta. È l’età, e siccome la condivido con molti di quelli che mi leggono sono certa che verrò capita e giustificata. Restiamo sul generico: musica, senza specificare quale. Quella dance, magari: la discoteca resta uno degli interessi dei ragazzi di oggi, anche se una ricerca del 2023 ha evidenziato che negli ultimi 14 anni in Italia hanno chiuso ben 14.000 discoteche.
Il divertimento si è spostato nei locali dove si fanno gli aperitivi, o forse, molto più semplicemente, i prezzi sono aumentati troppo e a ballare si va meno di un tempo.
La sorpresa, gradita, nel sondaggio che ho fatto, è che molti ragazzi hanno scritto che amano gli animali, e quasi tutti ne possiedono uno, e dicono di occuparsene con una certa costanza. Mi sembra un bel segnale, da parte di una generazione che troppo spesso viene accusata di essere anaffettiva e arida (cosa che, lo posso testimoniare, non è affatto vera).
Infine, social e cellulare: i ragazzi di oggi confessano di passarci molto tempo, ma non lo considerano un reale interesse, forse più un modo di riempire il tempo in attesa di qualcos’altro. Mi sembra un segnale di speranza. Spero che prima o poi ognuno di loro lo scopra, cosa c’è di più interessante di un video su TikTok o una partita a Brawl Stars.
Magari, chissà, potrebbe addirittura essere un romanzo.