Marco Minghi, dietro la macchina da presa. “Come in Blade Runner o 1917”. Le foto

Cominciamo col dire chi è e cosa fa il direttore della fotografia, in un film, un documentario o uno spot pubblicitario. E’ il responsabile dei processi attraverso le quali viene catturata la messa in scena. E’ considerato una delle figure professionali più importanti della troupe, da lui dipende infatti l’impatto visivo delle immagini sullo spettatore e dunque il successo di un film.

Ed arriviamo così a Marco Minghi, 26enne pesciatino che dalla passione per il cinema e la fotografia ne ha fatto una professione. “E’ una passione maturata almeno dieci anni fa. Con alcuni amici ci ritrovavamo spesso a vedere film e ci domandavamo…ma come viene realizzato un film?”.

Con il trascorrere degli anni ha capito che quella del cinema poteva essere la sua professione. “Si, ma il cinema è talmente ricco di professioni…”, dice oggi Marco a il Cittadino. “In questo senso è stato importante l’incontro con Samuele Rossi, anche lui pesciatino, regista di Glass Boy, votato come miglior film al Giffoni Film Festival. Mi ha coinvolto nel lavoro di documentari e video promozionali, dovevo capire quale professione mi appassionava di più…il direttore della fotografia, appunto”. In Glass Boy era assistente operatore alla seconda macchina da presa.

Minghi, che ha conseguito la laurea a Pisa, in Disco, ovvero Discipline dello Spettacolo e della Comunicazione, ha poi proseguito gli studi a Roma, dove ad oggi abita, al Centro Sperimentale di Cinematografica con specializzazione in direttore fotografia.

“Con Samuele Rossi abbiamo da poco ultimato Margherita. La voce delle Stelle, documentario sulla più famosa astrofisica italiana Margherita Hack, prodotto dalla Rai. E Bene! Vita di Carmelo, film sul leggendario personaggio del teatro italiano”. In entrambe le pellicole, Minghi è direttore della fotografia.

Un sogno nel cassetto? “Sì, perchè no, sognare non costa niente… Mi ispiro molto a Roger Deakins,  direttore della fotografia britannico, vincitore di due Oscar alla migliore fotografia con Blade Runner 2049 e 1917 e assiduo collaboratore dei fratelli Coen”. Evvai Marco!