“Mi vaccino perchè…”. Adesione altissima tra ospiti e operatori delle residenze

Mi sono vaccinato“. “L’ho fatto come segno di rispetto nei confronti di tantissimi anziani che da mesi sono costretti nelle loro abitazioni o in strutture socio-sanitarie senza poter più condurre una vita dignitosa”. Francesco Magnani, della residenza per anziani Villa Matilde dell’Istituto Don Bosco di Pescia, è stato tra i primi a Pescia a vaccinarsi. E con lui tantissimi altri colleghi, “quasi tutti, l’adesione è stata altissima”, ha detto.

Molto alta anche l’adesione tra gli anziani ospiti delle residenze Don Bosco e San Domenico. Chi non si è vaccinato, evidentemente, rientra tra quelle categorie di persone con una storia di reazioni allergiche pericolose.

“Nessun dolore, nessuna reazione e soprattutto nessuna raccomandazione particolare al riguardo dello stile di vita da condurre nelle ore immediatamente successive al vaccino -ha detto Francesco-. Tolta la siringa sono andato a correre…“.

 

Chi invece si vaccinerà, “appena toccherà il mio turno“, è Andrea Biagini, 40 anni, infermiere e volontario del Soccorso Alpino. Andrea è rimasto positivo al Covid-19 per ben 47 giorni (di cui uno trascorso in ospedale) tra la fine di ottobre e l’inizio di dicembre. “Ora sto bene, ma porterò sempre con me le emozioni di quei giorni -ha detto Andrea-. La paura che la respirazione potesse peggiorare e la sensazione di solitudine e isolamento solo in parte compensata dagli strumenti tecnologici”.

“Il vaccino è l’unico modo per abbassare l’Rt ed uscire definitivamente da questo incubo che sta mettendo a soqquadro le nostre vite. Fu così anche per altri virus, che male c’è a vaccinarsi…“.

 

Credo nella scienza, e credo che in un periodo storico come quello che stiamo vivendo sia indispensabile una presa di posizione chiara, da parte di tutto il personale sanitario, in favore della vaccinazione“. Lorenzo Bernardi, 29 anni, medico in formazione, si è vaccinato nei giorni scorsi, convintamente.

“Credo che sia preciso dovere dei medici dare l’esempio a quelle persone che sono culturalmente distanti dal mondo della medicina e che per varie ragioni sono titubanti nei confronti del vaccino. Sto vivendo in prima persona la battaglia nella medicina intensiva dove i nostri nonni ed i nostri genitori muoiono tutti i giorni. Dopo ormai un anno di lotta contro questo nemico subdolo non abbiamo un solo farmaco che sia veramente efficace. Sono convinto quindi che vaccinarsi sia la migliore cosa che possiamo fare per proteggere i nostri cari più deboli e chiudere al più presto questo tragico capitolo”.

 

“Il Covid-19 è una malattia micidiale”. Lo sa bene Marco Rogai, 56 anni, risultato positivo in aprile. “Da allora eseguo degli screening periodici dai quali emergono, pur lievi, postumi che mi porterò dietro per tutta la vita“.

“Vaccinarsi, certamente, per ritrovare la serenità, per riprendere a socializzare. Voglio poter viaggiare di nuovo, abbracciare e baciare chi vorrò”. “Mai più morire in solitudine”.

“Le cure ci sono, ma solo una vaccinazione su larga scala potrà garantire la ripresa delle relazioni sociali e la ripresa dell’economia di questo ed altri Paesi”.