Era successo solo una volta, nel 2003, a causa delle fitte piogge. Quell’anno, le condizioni meteorologiche eccezionali che anticiparono l’inverno, ne impedirono addirittura il “recupero” nelle settimane successive.
Per il resto, il Palio, si è sempre disputato, dal 1978 ad oggi. L’edizione del 1984, anch’essa rimandata per avverse condizioni meteo, fu comunque svolta alcuni mesi più tardi.
Oggi però è diverso. Le recenti norme per il contenimento della diffusione del Covid-19 emanate dal Governo, e l’incertezza sull’eventuale evoluzione del virus, obbligano tutti ad evitare assembramenti. Che nel caso invece di una manifestazione come il Palio sarebbero inevitabili: cene propiziatorie, corteggio storico, tifoserie, festeggiamenti ed altro.
I vertici di ogni Rione hanno incontrato il sindaco Giurlani nei giorni scorsi. Dalla riunione è emerso un secco “no” allo svolgimento dell’edizione 2020, vista anche l’assenza di “decisi passi in avanti” del Governo o della Regione Toscana.
Troppe sono le incognite. La pericolosità del Covid-19, prima di tutto, le regole da rispettare per contenere il possibile contagio, il distanziamento sociale, la sanificazione dei vestiti dei figuranti del corteggio storico, quasi 700, dei locali dei Rioni.
E poi c’è la questione sportiva. Da oltre tre mesi gli arcieri non possono allenarsi, così come gli sbandieratori e musici. Il rischio dunque di un palio sottotono, qualitativamente scarso, è reale.