La diocesi di Pescia e l’Accademia della Finlandia | Marco Ricci

????????????????????????????????????

Il 15 aprile 1519 venne istituita la diocesi di Pescia, elevando la pieve di Santa Maria di Pescia a propositura nullius diocesis, quindi il vescovo di Pescia era direttamente il Papa. Poi nel 1727 la propositura divenne anche giuridicamente diocesi, con la nomina del primo vescovo. Diocesi che rimase soggetta alla Santa Sede. Infine, nel 1855, in occasione dell’elezione di mons. Giovanni Benini a vescovo diocesano, la Santa Sede l’annoverò tra le Chiese suffraganee dell’arcidiocesi pisana. All’inizio del ‘900 ci fu il tentativo dell’arcivescovo di Lucca mons. Benedetto Lorenzelli di recuperare, sotto la giurisdizione lucchese, la diocesi valdinievolina.

All’avvicinarsi della fatidica ricorrenza dei 500 anni dalla fondazione della diocesi, e quindi del percorso pastorale autonomo, si sono sviluppate iniziative tese a riflettere sul significato che tale assetto organizzativo-territoriale aveva avuto nel passato e le opportunità di evangelizzazione che ha nel presente. Venne istituito un comitato scientifico presieduto dal vescovo mons. Filippini. Nell’aprile 2017 venne organizzato dalla Biblioteca Capitolare e dall’Associazione Amici di Pescia un evento di studio che ripercorse i primi passi della neonata diocesi. Gli atti di quella giornata sono stati pubblicati a cura del prof. Paolo Vitali.

La ricorrenza celebrativa fu poi oggetto di numerose ulteriori iniziative locali, pastorali e di promozione culturale, che si collegarono anche alla ricorrenza della morte di Raffaello Sanzio il 6 aprile 1520, autore de “La Madonna del Baldacchino”, che il Turini aveva collocato nella sua cappella gentilizia nella Cattedrale pesciatina grazie all’amicizia che l’artista aveva con il nostro Baldassare Turini, “inventore” e appassionato promotore del nuovo ambito diocesano.

La parabola dell’esperienza ecclesiale diocesana pesciatina sembrerebbe, ora, avere un diverso percorso da quello delineato in questi 500 anni con la nomina, il 14 ottobre 2023, di mons. Fausto Tardelli, già vescovo di Pistoia anche a vescovo anche di Pescia, unendo in persona episcopi le due diocesi.

Questo evento precede immediatamente la pubblicazione di due studi, ambedue usciti nel dicembre del 2023, che sembrerebbero attestare, in modo del tutto inconsapevole, il termine di un percorso ecclesiale e di conseguenza lanciare il testimone verso un’esperienza ecclesiale nuova, definibile sinteticamente “Chiesa in uscita” in sintonia con papa Francesco.

Il primo lavoro prodotto da uno studioso locale, Marco Ricci, intitolato: “Camminare nella modernità: la Chiesa pesciatina da mons. Giulio Matteoli a mons. Donato Velluti Zati (1897- 1908)” ripercorre, tra l’altro, le vicende della crisi istituzionale diocesana di inizio ‘900. Il volume sarà presentato il 26 ottobre p.v. presso la Biblioteca Capitolare di Pescia, con la presenza degli studiosi Maurizio Sangalli, Amleto Spicciani e Manuel Rossi.

L’altro, che solo localmente può essere considerato l’ultimo atto del giubileo pesciatino, ha un peso scientifico ben maggiore e di ben più ampia portata evocativa, rendendo noti gli atti del Convegno internazionale: “Baldassare Turini tra la Toscana dei Medici e la Roma di Raffaello. Politica, arte, riformismo religioso (1513-1543)” a cura di Alessandra Giannotti, Manuel Rossi e Maurizio Sangalli.

L’evento è stato organizzato dall’Istitutum  Romanum Finlandiae. Grazie alla sensibilità della Direttrice Ria Berg, ha accolto anche le opportunità scientifiche offerte dalla ricorrenza pesciatina e instaurato felici collaborazioni con la Diocesi e con l’Istituto Sangalli di Firenze. Il convegno originariamente previsto per il 9 e 10 giugno 2020, per motivi precauzionali, essendo in pieno sviluppo la pandemia Covid-19, venne fatto slittare al 28-29 ottobre 2021. L’Istituto finlandese a Roma ha sede nella bellissima e fascinosa villa costruita da Baldassare Turini e poi passata nella proprietà della famiglia Lante e successivamente Borghese, suore del Sacro Cuore, famiglia Helbig ed infine, ora, di proprietà dello Stato finlandese.

Il convegno e gli atti intendono indagare la figura del Turini.  Come intitola il suo intervento Andrea Vanni, fu il levriero di Leone X ovvero del figlio di Lorenzo dei Medici, Giovanni per poi rimanere sempre legato alla famiglia Medici, cogliendo, peraltro, le opportunità offerte dalle diverse successioni al trono pontificio. Fu una personalità poliedrica: mecenate rinascimentale, uomo curiale e amante del suo natio borgo toscano, non solo come promotore di istituzioni ma anche come patrocinatore di giovani talenti. Gli interessi del Turini spaziarono, tra l’altro, dall’architettura, grazie all’amicizia con l’architetto Giulio Romano, alla pittura, con la sintonia nei confronti di Raffaello Sanzio, alla decorazione, come attesta villa Lante. Non solo, il Turini fu, altresì, attento alle urgenze della riforma religiosa dopo lo scisma luterano del 1517. La diocesi di Pescia, come attestano gli studi di Amleto Spicciani, di Maurizio Sangalli e di Manuel Rossi, delinea una proposta di risposta allo scisma luterano.

La figura di Baldassare Turini è ancora ben presente nella sua terra natale, tramite il palazzo della famiglia che ancora ricorda, indelebilmente, che vennero da lui ospitati l’imperatore Carlo V e il papa Paolo III, in un breve lasso di tempo, e la realizzazione della cappella Turini in Cattedrale, una nicchia d’opere d’arte, anche se gli eredi (patroni della cappella) non seppero resistere alle pressioni del granduca Ferdinando, pur con la forte avversione dei pesciatini, all’asporto della Madonna del Baldacchino di Raffaello.

Il Turini, tramite queste realizzazioni, ha lasciato una traccia indelebile nella sua terra, consentendone la promozione economica e sociale, sprone di altre iniziative artistiche e architettoniche. Ovviamente non direttamente riferibili a lui, ma se non avesse innestato meccanismi di autocoscienza, anche istituzionale, e di consapevolezza delle potenzialità degli abitanti, forse, i pesciatini non avrebbero mai osato progettare e poi realizzare la ricostruzione della Cattedrale, così ricca di opere d’arte e nel ‘900, le due opere architettoniche di grande rilievo internazionale quali i due mercati dei fiori, ma anche altre emergenze artistiche valdinievoline.

Gli atti toccano ed approfondiscono molti altri aspetti che non ho elencato stante la tirannia degli spazi redazionali ma invito, caldamente, a leggerli.

Concludo permettendomi di auspicare sommessamente, richiamando l’attenzione degli stakeholders, che gli atti del convegno dell’Istituto finlandese possano essere presentati anche a Pescia.