Il prossimo 14 gennaio monsignor Fausto Tardelli farà il suo ingresso in città. Ha accettato l’invito de il Cittadino e ci ha concesso un’intervista. Eccola.
Eccellenza, quanto l’ha sorpresa la decisione del Santo Padre di nominarla Vescovo della Diocesi di Pescia, in persona episcopi con Pistoia?
“Moltissimo. D’altronde non sono più giovanissimo, nel 2024 ricorrono i 20 anni di episcopato ed i 50 di sacerdozio. In tutta onestà credevo di essere ormai giunto al termine del mio mandato. Ed invece , eccomi qua, è una sfida, un invito a rinnovarsi, dunque, nonostante timori e perplessità, non vedo l’ora di cominciare. Ho le mie origini a Lucca, conosco bene Pescia, è una bella città, e i pesciatini mi piaceranno”.
Domenica 14 gennaio, nel pomeriggio, Tardelli farà il suo ingresso in Diocesi. Nella mattinata visiterà il santuario di Santa Maria della Fontenuova a Monsummano, poi l’ospedale SS Cosma e Damiano e la residenza per anziani Don Bosco a Pescia, dove si fermerà a pranzo. Alle 15,30 sarà accolto alla Porta Fiorentina dalle autorità civili, militari e religiose, prima della messa in Cattedrale, alle 16,30.
Con lui ci sarà Monsignor Roberto Filippini. I due si conoscono sin dai tempi della formazione sacerdotale all’Almo Collegio Capranica a Roma.
Monsignore, in chiesa si vedono sempre meno persone, sempre meno giovani. È la gente che si è allontanata dalla Chiesa e da determinate ritualità; oppure è la Chiesa che si è allontanata dalle persone perdendo in parte la sua capacità di incontro?
“È evidente la diminuzione della pratica della fede. Fino agli anni ’70 e ’80, c’è da dire, le occasioni di svago per i giovani erano molto poche. E la parrocchia, anche con l’Azione Cattolica, offriva occasioni di incontro e di convivialità. I giovani incontravano altri come loro, ragazzi e ragazze, in molti sono usciti da quelle stanze fidanzati e poi sposati. Oggi non è più così. Le occasioni di incontro sono moltissime, alcune belle, altre ahinoi! un pò meno”.
“Non si tratta però di una partita persa. E’ necessario che ad ogni livello si faccia qualcosa per educare i più giovani. Educare, si badi bene, non significa solo informare, piuttosto l’educazione porta a tirare fuori da ognuno il meglio di sè e solidificarlo nella propria personalità”.
“Famiglie, scuola, associazionismo, sport e chiesa. Ognuno deve fare la sua parte, magari insieme. D’altronde è bene sapere che l’esperienza ecclesiale non si esaurisce entro i confini del rito”.
A Pescia in moltissimi temono che l’istituto de In persona episcopi, ovvero “nella persona del Vescovo” sia l’anticamera per un prossimo accorpamento tra le Diocesi di Pescia e Pistoia. Un altro scippo, dicono…
“Comprendo i sacerdoti, i fedeli e chi, per diversi motivi, ha ragione di orgoglio nel mantenere autonoma la Diocesi di Pescia. E’ bene intanto dire che l’istituto de In persona episcopi non si esaurirà con il mio mandato, ovvero nel 2025, ma potrà continuare anche oltre. Ad esempio, le Diocesi di Cuneo e Fossano sono state accorpate nel giugno 2023 dopo che dal 2015 erano state unite in persona episcopi. Un intervallo di tempo che potrebbe consentire alla società civile e religiosa, alle associazioni del territorio pesciatino di rivendicare la propria autonomia attraverso le missioni diplomatiche che in Vaticano esistono e sono pronte ad ascoltare”.
“Da parte mia, questo è certo, vi è la decisa volontà di salvaguardare e valorizzare l’identità di questo bellissimo territorio, pieno di storia, arte e cultura. Mi muoverò tra la gente, tra le case. Sarò a Pescia tre giorni a settimana e dirò messa in Cattedrale. L’invito è di cogliere questo che da molti viene inteso come uno scippo, come un’opportunità di crescita della comunità”.
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