Don Stefano Salucci sarà parroco di Santa Maria Assunta della Fontenova di Monsummano Terme. Dal prossimo 10 settembre, domenica in cui saluterà i parrocchiani, Stefano lascerà dopo 19 anni la parrocchia di Santa Maria Assunta in Castellare.
Una separazione, c’è da immaginare, che sarà triste, quanto lo fu quella dal parroco che l’ha preceduto, Mario De Molo, a Castellare dal 1973 al 2004.
CHI E’ STEFANO SALUCCI
“Sono passati molti anni e non ricordo bene che emozioni mi provocò la nomina a parroco di Castellare nel 2004 -ha detto Stefano saltando indietro nei ricordi-. Certamente provavo l’entusiasmo di un giovane prete su cui l’allora vescovo Monsignor De Vivo riversò un’enorme fiducia. Solo adesso riesco a comprendere la responsabilità che mi fu affidata ovvero raccogliere l’eredità dell’amatissimo don Mario De Molo. Penso che sia stato un po’ di incoscienza giovanile…”.
Nei diciannove anni a Pescia, “ci sono stati momenti molto dolorosi, per lo più per la scomparsa di persone, collaboratori e collaboratrici vicini alla parrocchia, qualcuna anche in giovane età… . Il pensiero, ancora oggi, mi provoca sempre una grande nostalgia. Dico spesso che preferisco provare dolore per aver perso una persona cara che non provarne affatto, perché significherebbe non aver voluto bene a sufficienza”.
“Sono stati anni bellissimi. Ho dato tutto quello che ho potuto e come ho potuto. Posso affermare con certezza che ho ricevuto tanto più di quello che credo di aver dato: sono arrivato abbastanza giovane e sicuramente inesperto e l’uomo che sono adesso è il dono che ho ricevuto dalle persone con le quali ho condiviso questi anni qui a Castellare. Penso di essere una persona migliore e un prete migliore di come ero vent’anni fa e questo lo devo alla mia gente”.
“
Ho accolto l’invito del vescovo Roberto Filippini, a trasferirmi a Monsummano. Lasciare la mia gente è naturalmente una grande tristezza, ma ho sempre detto convintamente che il giorno che il vescovo mi avesse chiesto di trasferirmi l’avrei fatto senza esitazioni. Credo che per noi preti questo rappresenti una
delle poche occasioni di vedere nelle decisioni di un superiore la volontà di Dio, e così la considero.
Luca Silvestrini
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