Tredici anni fa la scoperta di un arsenale bellico in pieno centro. Munizioni e kalashnikov

Erano i giorni tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo del 2020 quando un arsenale bellico fu scoperto in un’abitazione in via Cavour 12 a Pescia, in pieno centro a due passi dalla Cattedrale.

Quella casa era di proprietà del Generale di divisione dei Carabinieri Giorgio Angeli, originario di Pescia, che aveva sempre però vissuto altrove, soprattutto a Roma, fino alla morte avvenuta nel luglio 2009 a 79 anni. All’interno di quella casa, riaperta in quei giorni dopo ben 24 anni, c’erano, coperte di polvere e ragnatele, armi e munizioni sufficienti per un battaglione.

L’inventario di allora parlava di quaranta armi da guerra, tra le quali alcuni fucili mitragliatori d’assalto, anche tipo Kalashnikov e di circa 46mila munizioni. Armi e munizioni che risalirebbero però al periodo dell’ultimo conflitto mondiale. Un ritrovamento comunque clamoroso, soprattutto per la quantità.

A cosa dovevano servire tutte quelle armi da guerra e quell’enorme numero di munizioni? Era solo una mania? E, ancora viene da chiedersi, quando l’Angeli le avesse portate a Pescia e quale provenienza avessero. Domande che, probabilmente, sono destinate a rimanere senza risposta.

A Pescia i più anziani, il generale Angeli, lo conoscevano e se lo ricordano ragazzo. Poi in città si era visto poche volte e non aveva mantenuto particolari legami affettivi, se non con il fratello che viveva solo. Di Angeli era nota la brillante carriera nell’Arma poi nel Sismi.

Fonte La Nazione