Torturò ed uccise Pilù. Condannato per l’ignobile gesto

18 mesi di reclusione e il pagamento delle spese processuali e il risarcimento dei danni. E’ la condanna inflitta in primo grado a Gaetano Foco, 32 anni, di Messina ma da tempo a Pescia, ritenuto colpevole delle sevizie a danno della cagnolina pincher Pilù, nel 2015, che ne causarono la morte. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 2 anni e 3 mesi.

I FATTI

Nel maggio
 del 2015, il ragazzo seviziò, fino a portarla alla morte, la cagnolina Pilù, un pinscher nano. Nell’ottobre dell’anno successivo il video delle torture venne pubblicato su Facebook, “per vendicarsi della sua fidanzata, padroncina di Pilù, mostrandole l’orrore della sua fine”. Seconda l’accusa, Foco avrebbe preparato ogni dettaglio: gli strumenti di tortura, un pennarello e un imbuto, usati per essere infilati nel retto e poi nella bocca.

L’abitazione del giovane per alcuni giorni fu assediata dai cittadini e da una troupe de Le Iene di Italia 1 che raccontò i fatti accaduti.

Già nel 2020 il Giudice negò la richiesta del difensore di Foco di ottenere il patteggiamento. “L’imputato -fi detto- non ha mai mostrato alcun tipo di pentimento, né si è mai fatto avanti per risarcire l’ex fidanzata e la famiglia per aver causato la morte della cagnolina”.

Nel processo si erano costituite parte civile le associazioni Lega nazionale difesa del cane, Oipa, Liv Toscana, Leal Antivivisezione, Il rifugio onlus, Animalisti italiani onlus, Enpa, Lida Firenze. E il Comune di Pescia.