Aggredito da due coetanei. 12enne finisce all’ospedale. “Sei un gay di m…”. Sbigottimento

E’ stato aggredito da due suoi coetanei, il piccolo Matteo (è un nome di fantasia), residente con i genitori e i suoi tre fratelli a Pescia. Una cosa incredibile che lascia costernati. Diciamocela tutta, si pensa sempre che certe cose accadano lontani da noi, nelle grandi città, ed invece

E’ la mamma a raccontare quanto è accaduto al figlio, 12 anni compiuti appena qualche giorno fa. Ha il cuore “sanguinante”, ma sventola quei fogli –la denuncia presentata alle forze dell’ordine-, con fare deciso. “Non trovo alcuna parola per giustificare un atteggiamento simile, spero almeno che quei due bulli siano presto individuati…”.

Ma andiamo con ordine.

Erano da poco passate le 18 e 30 di lunedì 30 maggio, quando il piccolo Matteo è alla stazione ferroviaria a Pescia, seduto composto su di una panchina pronto a dare il benvenuto al nonno Salvatore che tra qualche minuto scenderà dal treno proveniente da Firenze.

Ad un tratto gli si avvicinano due ragazzetti sconosciuti, “della mia stessa età, hanno detto di abitare a Lucca”, dirà agli inquirenti. “Stavano mangiando dei biscotti ricoperti di cioccolato, i Mikado”.

“Hanno cominciato a chiedermi se ne volessi uno –è scritto sull’esposto– poi uno dei due ha cercato di strusciare lo stecco di cioccolata sulla mia bocca”. Matteo ha provato ad allontanarsi ma i due gli stavano sempre appresso. “Hanno cominciato ad insultarmi con frasi”…sessiste, gravi, indicibili.

Ad un tratto, uno dei due da dietro ha abbassato i pantaloncini a Matteo facendolo rimanere, pur per pochi istanti, in mutande. Matteo, sopraffatto, si è avvicinato ad un uomo, come a chiedere aiuto. Ma i due l’hanno colpito con un calcio alle gambe e preso per il collo.

Uno dei due bulli, quello con la carnagione olivastra diceva di essere marocchino, l’altro, biondissimo, indossava una t-shirt a maniche corte con uno stemma della regione Sardegna.

Il tormento di Matteo è proseguito. I due lo hanno strattonato per le braccia obbligandolo a fare il braccio di ferro.

L’odissea è finalmente terminata quando i due sono saliti sul treno. Matteo è corso via piangendo, accolto dalle affettuose braccia dei suoi parenti.

Matteo è un ragazzino forte e intelligente. Ben voluto da tutti, ha tanti amici e soprattutto familiari che gli saranno vicini. E per le botte…in dieci giorni se la caverà.