Gli auguri di monsignor Filippini. “Abbiamo imparato a camminare…”

Foto di Claudio Minghi
Il Vescovo Roberto Filippini rivolge il suo augurio natalizio all’intera Diocesi. Il presule pesciatino inizia il suo intervento con alcune riflessioni che vertono sull’attuale stato pandemico.
«Un’altro Natale “ristretto”, ancora nelle maglie di una pandemia che non vuole lasciarci liberi. Seppure con numeri ridimensionati dalla campagna vaccinale, dalle normative di sicurezza e dalle terapie monoclonali, il Covid e le sue varianti ci tengono permanentemente in ostaggio di ansie e di paure per il nostro futuro.
In questa nuova ondata del virus tuttavia, non è solo a rischio la salute, l’economia, la possibilità di svolgere le normali attività del tempo libero. Sentiamo montare un’atmosfera di diffidenza e di sospetto su tutti e su tutto che deve preoccuparci seriamente. Risuona il grido del “si salvi chi può!” e ciascuno monta sulla sua scialuppa, dimenticando che siamo tutti connessi. I dibattiti televisivi in cui le opinioni selvaggiamente a confronto annullano ogni dato certo, gli scontri fra i pro-vax e i no-vax, la diffusione di false notizie che vedono dietro ogni strategia interessi poco limpidi o teorie senza fondamento, stanno minando seriamente uno dei fondamentali beni della realtà sociale: la fiducia».
A questo proposito monsignor Filippini precisa: «La fiducia è essenziale per vivere e per relazionarsi. Noi tutti viviamo innanzi tutto di fiducia: da bimbi siamo entrati nella realtà fidandoci dei genitori, affidandoci a loro; abbiamo imparato a camminare, affidandoci a loro; abbiamo imparato a parlare, a studiare, a pensare, affidandoci a loro, per poi diventare adulti. Ma anche da adulti ci fidiamo della pizzeria dove andiamo a mangiare, del dottore che ci cura, del negoziante che ci vende i pomodori, dello scienziato che ci spiega il funzionamento del nostro mondo …accettando consapevolmente rischi e pericoli.
Ma guai se non ci fidiamo di niente e di nessuno. Senza fiducia non si creano rapporti. Chi sospetta sempre, resta a distanza, alza barriere, vive in perenne difesa, non si espone, non apre porte, pensando di evitare il pericolo. Ma resta solo. Per incontrare l’altro, occorre innanzi tutto credere. Per questo è importante allenarsi alla fiducia, con tutte le prudenze necessarie, ma anche con la capacità coraggiosa di lasciarsi andare, ascoltare, accogliere e amare».
Nella parte finale del suo intervento, il Vescovo richiama a ponderare sulla speranza e sulla fiducia che emergono dal Natale del Signore. «Il Natale è l’evento in cui Dio ci ha voluto incontrare, facendosi uno di noi; ha avuto fiducia nell’umanità e ha chiesto di avere fiducia in Lui, di credere nella sua storia d’amore. La fede cristiana è una miniera di fiducia: ogni giorno siamo certi di essere amati e stimati da Dio e da Lui invitati ad amare e Gesù è il maestro e la sorgente della fiducia, pur sapendo, molto realisticamente, che ogni giorno ha la sua pena. Gesù si sente in comunione e vive in armonia con il tutto, fidandosi della provvidenza del Padre, liberandosi dalle ossessioni e dagli affanni che ci mangiano l’esistenza, riuscendo a incontrarsi fiduciosamente con tutti, poveri e ricchi, giusti e peccatori, e offrendo a tutti la possibilità di entrare in relazioni di pace. A Natale, facciamoci rigenerare alla fiducia del Signore. Auguri!».
Carlo Pellegrini