Nei giorni scorsi gli agenti di Polizia Municipale hanno sanzionato un cittadino pakistano per guida di veicolo senza avere mai conseguito la patente di guida e deferito all’autorità giudiziaria per aver falsificato il documento di guida.
L’uomo aveva presentato una patente card emessa dallo stato della Polonia. Questo anomalo particolare aveva messo in allarme i due agenti che provvedevano a verificare il documento digitando i dati su un’apposita applicazione per cellulare sviluppata dal comandante Fabrizio Natalini, esperto di falso e formatore della SIPL (scuola interregionale della polizia locale).
Secondo i dati inseriti, come previsto dalle autorità polacche, la patente di guida sarebbe dovuto appartenere ad un soggetto di sesso femminile. Il documento era pertanto falso.
“Si tratta di un’applicazione per Android che viene fornita al prezzo di un caffè a chi svolge attività di falso documentale -ha detto Fabrizio Natalini, comandante di Polizia Municipale-. Non è pubblicizzata ma chi è nell’ambiente la conosce”.
Natalini però, è andato oltre. Nel corso degli ultimi 8 o 9 anni è riuscito a risalire all’algoritmo con cui, diversi Paesi, calcolano il codice personale, o numero di identificazione, o tax number. “Molti Stati inseriscono questo numero sui documenti. Solitamente al punto 4d della patente, ma si può trovare anche su carta di identità e passaporto”.
I dati presenti sulla patente saranno inseriti nella applicazione che in pochi secondi determinerà la coerenza, oppure no, con il Paese di emissione del documento. “Naturalmente non è sempre così’ -ha detto Natalini. A volte viene copiato il numero da un altro documento, come nel caso del pakistano sanzionato che ha copiato un codice polacco da un documento valido. Peccato però che quel codice fosse riferito ad una femmina…”.

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