Comune, le bacchettate della Corte dei Conti. “Rischio dissesto”

La situazione finanziaria del Comune di Pescia appare pesantemente compromessa e si mostra come anticamera ad una pronuncia di dissesto“.

Se non è una condanna, poco ci manca. Le osservazioni che la Corte dei Conti ha inviato al Comune al riguardo dei provvedimenti adottati per rimuovere le irregolarità contabili rilevate nei bilanci dal 2015 al 2019, prendono di mira soprattutto la cosiddetta anticipazione di tesoreria, “che non viene mai restituita e che evidenzia l’incapacità dell’Ente di far fronte ai propri pagamenti“. “Senza tale ricorso -è scritto-, il Comune non potrebbe sostenere gran parte delle spese previste in bilancio”.

Sotto accusa anche la rateizzazione della Tari 2020 in tre rate (due delle quali da pagare nel 2021), “che ottiene il parere negativo a parte del Dirigente competente in conseguenza degli squilibri di cassa che ne conseguono”.

Per la Corte dei Conti, “si è in presenza di comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, di irregolarità contabili e squilibri strutturali del bilancio in grado di provocare il dissesto“.

Per evitare il dissesto, “il Comune di Pescia dovrebbe trovare risorse per ripianare il disavanzo ordinario registrato al 31 dicembre 2019 e ripristinare l’equilibrio di cassa al quale, al 31 dicembre 2019, mancherebbero risorse per euro 2.841.252,98“.

La Legge parla chiaro, “i comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, devono essere corretti entro trenta giorni dalla comunicazione. Trascorsi i quali, al perdurare dell’inadempimento da parte del Comune, il Prefetto assegna  ai singoli consiglieri, un termine non superiore a venti   giorni   per   la   deliberazione   del   dissesto“. Oppure sarà il Prefetto stesso a sciogliere il consiglio comunale e nominare un commissario.
Sarebbe la quarta volta, dal dopoguerra ad oggi: nel 1856 Achille Verano, dal 2003 al 2004 Vittorio De Cristofaro, dal 2017 al 2018 Silvia Montagna.