Franceschi su cittadinanza al Vescovo: “Ruffianata”, ma si prende i “buuuu” del Pacini

“Buuuuuu” e qualche fischio per Oliviero Franceschi, consigliere comunale di Lega Salvini. Nel pomeriggio tutto dedicato al conferimento della cittadinanza onoraria a monsignor Roberto Filippini, vescovo di Pescia, ha duramente contestato la scelta del consiglio comunale.

Franceschi ha dapprima stigmatizzato la motivazione, ovvero “l’operosità episcopale, la disponibilità alle questioni sociali e assistenziali e l’impegno profuso per la riqualificazione della Cattedrale, con l’apertura della Porta Santa del Giubileo per i 500 anni della Diocesi di Pescia”. Secondo Franceschi “la solidarietà è tra i compiti che naturalmente deve svolgere un religioso, in particolare un Vescovo”. Quanto alla ristrutturazione del Duomo, per Franceschi, “l’intervento è stato fatto su un bene di proprietà della Chiesa con i soldi però dei cittadini italiani (il riferimento, c’è da immaginare, è all’8 per mille alla Chiesa Cattolica nella dichiarazione dei redditi).

Poi ha contestato il “trasferimento” di Don Bernardino Varga dalla parrocchia di San Michele a quella di Traversagna, in sostituzione dell’indimenticato Walter Lazzerini. E il “patto” tra la Diocesi di Pescia e quella di Lucca per garantire il servizio pastorale nelle parrocchie della Svizzera pesciatina, per lo più sotto la giurisdizione della chiesa lucchese.

Per Franceschi, poi, non si può paragonare il vescovado di Filippini, da quattro anni a Pescia, con quelli di Simonetti (43 anni), Bianchi (16) o De Vivo (22). In conclusione, per il consigliere leghista, quella della cittadinanza onoraria al Vescovo, è una piaggeria, “una ruffianata”, ha detto Franceschi tra i “buuuuuu”, i fischi e qualche “smettila”, “falla finita”.