La nostra lotta quotidiana alle mafie. “Toscana terreno fertile. Saranno sconfitte”

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Nei locali del cinema Splendor si è tenuto il terzo ed ultimo incontro del Progetto legalità dell’Istituto Carlo Lorenzini, realizzato grazie anche al contributo della Banca di Pescia e Cascina e della Farmacia Lavorini di Pescia.

All’incontro “Le istituzioni, le mafie e le testimonianze” sono intervenuti Maurizio Pascucci, membro della commissione nazionale antimafia, Pietro Suchan, procuratore della Repubblica di Lucca e magistrato per anni impegnato nella Direzione distrettuale antimafia a Firenze, Antonio Doveri, vice direttore di Banca di Pescia e Cascina, Maria Rosa Capelli, dirigente dell’Istituto. Modeartore era Giacarlo Carducci, insegnate del Liceo.

Tantissimi gli studenti che hanno partecipato all’incontro. Maurizio Pascucci ha iniziato parlando del compito della Commissione e del difficile lavoro di attenzione alle problematiche dei diversi territori dove le mafie sono nate o dove si sono infiltrate. Ormai nessun paese d’Italia ne è immune ed anche la Toscana è terra in cui stanno trovando terreno fertile, soprattutto per l’omertà con cui molte azioni criminose vengono taciute o sottovalutate. Pascucci si è poi soffermato sulla sua esperienza di vita a Corleone, cittadina di mafiosi per eccellenza, ma dove una piccola cooperativa di agricoltori, Lavoroenonsolo, ha sfidato mafiosi eccellenti come Totò Riina, Provenzano e Lo Bue, coltivando le terre sequestrate ai mafiosi e dove da pochi anni sedici piccoli produttori onesti del territorio sono riusciti ad unirsi nell’Associazione Fior di Corleone, per cercare di far fronte al quotidiano tentativo che la mafia fa di opprimere qualsiasi tentativo di attività libera ed onesta.

E’ poi seguito l’intervento di Pietro Suchan che ha illustrato le difficoltà che spesso Procura e forze dell’ordine incontrano nell’espletamento delle indagini, ribadendo che l’omertà dei cittadini, presente tradizionalmente al sud, ma diffusa anche a nord, è il primo grande ostacolo che devono superare. “Le difficoltà possono rallentare le indagini, ma non fermarle, perché, se da una parte ci sono omertà e connivenza, dall’altra vengono utilizzati e studiati strumenti sempre più mirati e sofisticati, come le testimonianze dei collaboratori di giustizia, preziosissimi, ma costantemente monitorate nella loro autenticità, e le intercettazioni tradizionali e quelle ambientali. Grazie a questi strumenti, ad esempio, è stata sgominata una banda di mafiosi cinesi che aveva il suo campo operativo a Firenze, ma i sui tentacoli in Olanda, Belgio e Germania”.

In Toscana i terreni ad oggi più fertili per l’infiltrazione mafiosa sono la Versilia, dove impera la mafia russa, Firenze e la zona metropolitana ed anche Montecatini. “La spallata finale alla mafia arriverà, anche se forse la mia generazione non riuscirà a vederla, ma -rivolgendosi ai ragazzi-, la vostra sì”.