Negli ultimi anni molti adolescenti si ritirano dalla pratica sportiva. Un fenomeno preoccupante.
Secondo numerosi studi il cosiddetto *drop-out sportivo*, cioè l’abbandono della pratica, si verifica soprattutto tra i 13 e i 17 anni, purtroppo con una tendenza crescente.
La partecipazione diminuisce con l’età.
In Italia, i dati ISTAT e recenti ricerche mostrano che tra i 15 e i 17 anni oltre il 35% dei giovani abbandona l’attività sportiva organizzata. Il fenomeno colpisce soprattutto le ragazze.
In generale i giovani non abbandonano perché lo Sport non piace, ma perché diventa
difficile continuarlo a praticare per la mancanza di ambienti accoglienti, di orari compatibili con la quotidianità che anche l’interesse più autentico può calare per poi scomparire del tutto. Le *cause del drop-out* sono comunque molteplici e spesso collegate tra loro.
Cala la motivazione: quando l’attività smette di essere divertente, o si ha la sensazione di non migliorare, in entrambi i casi il giovane perde interesse. Questo avviene più spesso se la pratica è troppo competitiva o stressante o mal seguita da chi, invece, dovrebbe sempre e prima di tutto incoraggiare a proseguire.
Con l’aumentare degli anni scolastici, gli impegni crescono e c’è da studiare di più, ci sono più compiti da fare che spesso si sovrappongono con gli orari degli allenamenti e delle gare. Mancano il supporto ed il sostegno dell’ambiente. Infatti non sempre le strutture sportive o le Scuole offrono la flessibilità necessaria per conciliare Studio e Sport. Nei Licei Sportivi le cose vanno molto meglio.
Poi tutto ha un costo (iscrizione, attrezzatura, spostamenti) che non sempre le Famiglie si possono permettere. Da qui la necessità di interventi a sostegno di chi ha bisogno di aiuto.
Durante l’adolescenza possono cambiare le passioni, le priorità. A volte può succedere che le frequentazioni di amici possano diventare più importanti fino al punto di arrivare a trascurare la pratica sportiva. Alcune cause del maggiore e più anticipato abbandono delle ragazze sono le stesse dei ragazzi ma ce ne sono anche di specifiche. Riguardano certe insicurezze legate all’immagine del proprio corpo, e talvolta alla minore possibilità d’accesso a Sport “considerati più da maschi”. Inoltre, esistono ancora luoghi in cui l’offerta sportiva per le ragazze è limitata e poco valorizzata.
Quali sono le soluzioni proponibili?
Aiutare a vivere come piacere le attività, non solo come momento agonistico e competitivo;
creare ambienti accoglienti, dove la libertà di esprimersi sia davvero percepita;
ricercare un dialogo più proficuo tra Scuola e Società Sportive per creare un vero supporto agli studenti; sostenere anche economicamente dal punto di vista sociale i giovani *studenti-atleti* per evitare che lo Sport sia un lusso per pochi anziché un diritto di tutti.
Le Istituzioni, la Scuola, le Famiglie, e le Società Sportive con gli Organi di governo dello Sport (CONI, Federazioni Sportive Nazionali ed Enti di Promozione), hanno il dovere di stabilire tra loro un dialogo costruttivo finalizzato a *sorvegliare sulla pratica sportiva in età giovanile* per la sua continuità nel tempo alfine di definire le strategie per porre rimedio alle cause che possono dare luogo ad ogni forma di ritiro e di abbandono dal mondo dello Sport.
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