L’AGLIO che respinge streghe e vampiri | Franco Corsetti

Sembra che non vi sia, al mondo, pianta più amata, o vituperata, come l’aglio. L’avversione è diretta al suo odore acre e pungente dovuto all’allicina, sostanza sulforata che impregna l’alito di chi lo mangia crudo.
Secondo Plinio, per far crescere l’aglio privo di odore si doveva seminarlo quando la luna si trovava sotto l’orizzonte, e raccoglierlo quando era in congiunzione della terra.
Considerata pianta infera (infernale), come tutte le gigliacee, i greci la offrivano alla dea Ecate. In Egitto era associata al dio Osiride, protettore dei morti. I faraoni ed i sacerdoti se ne astenevano, ma lo somministravano, con la cipolla, agli schiavi per preservarli dalle infezioni. Lo stesso Shakespeare lo riteneva sconveniente e increscioso.
Le virtù terapeutiche ►►►
Plinio scriveva che mangiato cotto, alleviava l’asma; poi, chi suggeriva di mescolarlo col vino per l’itterizia; tre teste d’aglio tritate in acqua e aceto alleviavano, il mal di denti; una pozione d’aglio contro la forfora; cotto in aceto e miele, espelleva la tenia; tritato insieme al coriandolo verde e bevuto col vino, stimolava l’appetito sessuale, altro che pasticchina blu!
Si consigliava di portarlo sotto la camicia nella notte di S. Giovanni per difendersi dalle streghe che passavano numerosissime nel cielo recandosi alla gran sabba annuale.
La funzione di amuleto è tipica delle piante del sottosuolo, sacre gli dei inferi che nella tradizione precristiana mediterranea non avevano valenza negativa ma impersonavano le energie telluriche positive.
Questa tradizione popolare fu riassunta perfettamente da Aldo Fabrizi in un sonetto romanzesco:
Se la cipolla è la regina, l’Ajo è un Re, sia cortivato che servatico, come medicinale è un antiasmatico e cura mar de stommico e travajo.
Si pe’ li baci rippresenta un guaio, pe’ li bacilli è un acido muriatico, in più è depurativo, antireumatico, e chi nun l’uso spesso, fa ‘no sbajo.
Mi madre me metteva, da pupetto,
‘na collanina d’aji intorno ar collo e poi me ce mannava puro a letto.
“Li vermini” diceva “so’ birboni, e l’ajo, fijo, è l’unico controllo che non li fa salì ne li pormoni“.
In tempi non molto lontani, sentivo commenti che io consideravano strani: “Mangia l’aglio, che alza il battaglio!”. Che cos’era questo battaglio? Poi, scoprii che significava…