Inizia la scuola con un carico di novità. Stefania Berti

La scuola inizia tra meno di una settimana, e l’anno 2025/2026 si preannuncia carico di novità: qualcuna è gradita, qualcuna, come sempre, suscita perplessità. Del voto di condotta ho già parlato nel precedente articolo; il nuovo DPR stabilisce che se uno studente avrà sei in condotta andrà incontro a una sospensione del giudizio, e a settembre dovrà sostenere unao prova di Educazione Civica su un programma concordato. In pratica l’Educazione Civica viene equiparata a una qualsiasi altra materia curricolare, eccetto per il fatto che non sono previsti né organico né risorse aggiuntive per insegnarla. Le sospensioni, inoltre, se particolarmente pesanti per comportamenti gravi o ripetuti, porteranno non più solo a un’interruzione della partecipazione alle lezioni, ma allo svolgimento di attività socialmente utili anche al di fuori della scuola, in enti convenzionati.

La novità senz’altro più interessante, tuttavia, riguarda l’uso dei cellulari in classe. C’è stato un ribaltamento abbastanza importante rispetto ad alcuni precetti della Buona Scuola di renziana memoria, la Legge 107, che puntava sull’ampliamento delle competenze digitali dei ragazzi attraverso il PNSD, il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, un pilastro della riforma che guidava le scuole in un percorso di innovazione e digitalizzazione. Mentre la Buona Scuola favoriva l’ingresso in classe delle tecnologie digitali su smartphone e tablet, superando l’impostazione frontale della lezione e favorendo una didattica meno frontale e più operativa, la nuova circolare firmata dal ministro Giuseppe Valditara estende il divieto di utilizzo degli smartphone anche alle scuole secondarie di secondo grado, come già accade nelle elementari e secondarie inferiori.

Alla base di questa radicale inversione di rotta c’è una serie di ricerche scientifiche preoccupanti. L’OCSE, L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha infatti rilevato che il rendimento scolastico medio degli studenti adolescenti è drasticamente calato negli ultimi anni, e che un numero crescente di ragazze e ragazzi manifesta sintomi preoccupanti da dipendenza dai cellulari.

Soltanto dunque gli studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che hanno ad esempio bisogno di scrivere su supporti digitali, o quelli che seguono Piani didattici personalizzati o individualizzati, potranno utilizzare il cellulare, con la supervisione dei docenti del team per l’inclusione.

Un’altra novità riguarda l’Esame di Stato, che tornerà a chiamarsi di Maturità, e valuterà non solo le conoscenze, ma anche abilità, competenze, autonomia e responsabilità personale degli studenti. Le due prove scritte iniziali restano (la seconda potrebbe essere modificata ma ancora non sappiamo come), con la possibilità di una terza per alcuni indirizzi scolastici, mentre il colloquio orale cambia (speriamo vengano abolite le odiose, ridicole immagini attorno alle quali costruire percorsi multidisciplinari, perché negli anni ne ho sentite e viste di tutti i colori; i ragazzi inventano sul momento connessioni improbabili e spesso i colloqui sfociano nell’assurdo). Sarà incentrato su quattro materie principali stabilite annualmente dal Ministero, e includerà anche la valutazione di educazione civica e delle esperienze di PCTO.

Gli studenti non potranno superare l’orale scegliendo di non rispondere: questo per evitare che si ripetano le proteste di quest’anno, alla fine del quale alcuni diplomandi, con una media già superiore al minimo necessario per il raggiungimento del titolo, non hanno voluto sostenere il colloquio, giudicando l’attuale sistema di valutazione lesivo della loro dignità (hanno ragione). Inoltre, i risultati delle prove scritte saranno pubblicati prima del colloquio e non alla fine dell’intero esame. Le commissioni, ora formate da un presidente esterno, due commissari esterni e quattro interni, saranno ridotte a cinque membri, con risorse destinate alla formazione obbligatoria dei commissari, che diventerà titolo preferenziale per la nomina. Previsto inoltre un bonus fino a tre punti per chi supera i 97 centesimi, il che è un’ottima notizia per tutti quegli studenti che hanno fatto ottimi percorsi di crescita e vedono sfumare il cento o cento e lode per un mero conteggio di crediti. Al momento del diploma gli studenti riceveranno anche un curriculum che potrà servire loro per l’ammissione ai corsi universitari o l’inserimento nel mercato del lavoro.