“Ecco chi era Samuele”, la commovente lettera di Stefania. “Milioni di scale dandosi il braccio…”

Centinaia di persone, strette in un silenzio ed in un dolore assoluti, hanno dato l’ultimo saluto a Samuele Del Ministro.

Una folla commossa si è radunata sin dal primissimo pomeriggio in Cattedrale. Una chiesa così grande…che non è riuscita però a contenere tutte quelle persone. In moltissimi sono rimasti fuori.

Samuele Del Ministro, 50 anni compiuti a gennaio, è deceduto nella notte tra domenica e lunedì a Torino dove da alcuni mesi era caposquadra al distaccamento dei Vigili del Fuoco al Lingotto. Lì sarebbe rimasto fino all’estate. Poi, il ritorno verso casa, sicuro di poter mettere la sua esperienza al servizio dei distaccamenti della provincia di Pistoia.

Samuele lascia due bambini e la moglie Stefania Berti, insegnante di lettere all’istituto agrario Anzilotti, che dall’altare ha letto una commovente lettera.

Per la prima volta in vita mia, trovare le parole non è facile. Io e Samuele ci conoscevamo già da ragazzini, alle scuole medie Giusti. Come tanti amici che oggi sono qui. Non ci siamo più visti per tanti anni, ma nel dicembre del 2002 lo incontrati per caso a Pescia, lui lavorava già a Torino. Il pezzo di strada che abbiamo fatto insieme, lungo 22 anni, inizia e finisce a Torino.

Nel mezzo ci sono state tante cose: una convivenza, un matrimonio, due figli, tanti amici, tanti viaggi, gioie e dolori e l’amore incondizionato per il lavoro, che ci univa”.

Stefania ha poi raccontato alcuni aneddoti che tracciano il profilo caratteriale di Samuele. 

“Eravamo a piedi su viale Garibaldi. C’era una donna che urlava, perché il cane era finito nel fiume, in acqua, nel rullo, vicino alle fontane che si illuminano. C’era un sacco di gente sulla riva che stava a guardare. Lui non ci pensò neanche un secondo, scese giù e tirò fuori il cane esanime, lo salvò. In questi 22 anni non c’è mai stato un momenti in cui, di fronte a un’ingiustizia o un pericolo personale, Samuele si sia fermato sulla riva a guardare. È sempre sceso in acqua”.

Non è difficile innamorarsi e voler bene a una persona come Samuele, profondamente altruista e generosa. Il difficile sarà fare a meno della sua presenza, in quella quotidianità piacevole che era la nostra vita”.

“Pochi mesi fa ho perso un’altra persona cara, alla quale volevo molto bene, in modo improvviso. E al suo funerale ho sentito citare il verso di una poesia che spiega bene cosa siano 22 anni con una persona. Sono milioni di scale che si scendono insieme, dandosi il braccio, e il vuoto che si sente quando quelle scale bisogna imparare a farle da soli. Sono le calamite sul frigo, ricordi dei tanti viaggi che abbiamo fatto. Sono le sue ciabatte vicino alla porta, che si metteva quando tornava da lavoro. Sono la felpa che gli rubavo, sono il caffè americano, che beveva e piaceva solo a lui. Sono le cose del calcetto che lasciava in garage da lavare. Fateci sempre caso ai segni della presenze di coloro che amate nelle vostre case, perché se c’è qualcosa di unico e sacro è proprio quello. Con gratitudine e affetto per le persone che sono qui oggi, grazie a tutti“.