Cominciamo col dirvi cos’è un Doodle e perchè anche il Cittadino, sin dalla sua origine, ha deciso di adottarlo. I Doodle sono una simpatica rivisitazione della copertina de il Cittadino creati dall’amico artista Enrico Parrini appositamente per ricordare giorni di festa, eventi, personaggi della nostra città o del tempo che stiamo vivendo.
Abbiamo scopiazzato Google che adottò per la prima volta il Doodle nel 1998, il 30 agosto, per celebrare il festival del Burning Man. Google ne ha pubblicati almeno 5000 di Doodle, noi siamo fermi a 150… . Ma tant’è!
Il Doodle di questa settimana è dedicato al pittore pesciatino Marino Scardigli, deceduto da tempo. Enrico Parrini ha inteso ricordarlo con il Doodle e con l’articolo che segue, affettuoso.
Marino.
Non passo più spesso dalla Porta Fiorentina, ma, quando capita, non posso fare a meno di guardare verso il lato dove, un tempo, c’era una bottega di un pittore, uno di quelli che fanno i quadri. La bottega di Marino Scardigli.
La bottega era un unico locale spazioso, con un piccolo bagno nel retro, ingombro di tele di tutte le dimensioni appoggiate ai muri o appese fino al soffitto, un cavalletto, una scrivania piena di riviste, due seggiole da bar e una stufetta a gas. Marino era già molto anziano, ma tutti i giorni, in tutte le stagioni, lo trovavi là, con in mano un pennello e con la tavolozza piena di cumuli di colori incrostati o freschi, così come i suoi vestiti, sempre allegramente macchiati di colore. Nell’aria odore di olio e trementina. Accanto a lui c’era sua moglie, anche lei anziana,ma sempre energica, Luniga, così l’avevano chiamata i suoi genitori dopo aver visto nel porto di Genova una nave con quel nome. Marino e Luniga erano gentili e teneri, raccontavano sempre di quando, nei migliori anni, caricavano la macchina dei quadri appena fatti e partivano per Roma o per Milano e tornavano col bagagliaio vuoto e con il portafoglio più gonfio. Parlavano della galleria di Montecatini e del bel mondo che avevano conosciuto. Il loro presente era diverso, pochi affezionati clienti e la pensione da impiegata delle poste della Luniga, il loro piccolo appartamento con i tanti gatti e, soprattutto, la bottega della Porta Fiorentina.
Marino, nato a Ponte Buggianese, aveva cominciato a dipingere da giovane e aveva poi aperto un negozietto di belle arti a Pescia, vicino alla Piazza Mazzini. Un giorno era passato di lì il famoso pittore Ottone Rosai che aveva notato qualche suo dipinto esposto e lo aveva voluto conoscere. Per Marino fu una folgorazione. Non so se Marino fosse un vero e proprio allievo di Rosai, non mi pare che egli avesse una scuola, ma da lì inizio’ a frequentarlo e si ispirò al suo stile. I quadri di Marino non sono copie, ma, come Rosai, prese a dipingere paesaggi di strade e cipressi, cascinali immersi nel verde, abitati da omini col cappello e con le spalle curve, ma non erano i dintorni di Firenze che rappresentava, era la sua valle, la Valdinievole, i suoi olivi, i suoi cipressi, le sue colline, ma anche c’erano i malinconici Pierrot della sua fantasia. Spesso, tra le figure dipinte, appariva una bambina, commuovendosi, mi diceva che era la figlia sua e di Luniga che era morta prima di nascere, la mia bambina, diceva.
Negli ultimi anni Marino riscoprì una sua vena astratta e materica, con esplosione di colori come lampi di temporali e campi di fiori. Marino mi diceva che era il fuoco che gli ardeva dentro e che aveva bisogno di mettere su tela. Di Marino ho alcune opere, ma quella a cui sono più affezionato è quella che volle fare proprio per me, una pattuglia di Polizia a cavallo che si fa largo in una piazza Mazzini metafisica piena di una folla variopinta, quasi di anime anonime, fantasmi di beati o dannati, come riuniti per un palio o per una biennale del fiore.
Nella bottega di Marino e Luniga ci portavo anche mia figlia Francesca perché, ancora piccola,vedesse e respirasse la magica atmosfera che lì si creava e lui la guardava con tenerezza, perso dietro un rimpianto che mai lo aveva abbandonato.
Un giorno il cuore tenero e fantasioso di Marino si è fermato in una stanza dell’ospedale e lui ci ha lasciato. Dopo, anche la Luniga lo ha raggiunto e la bottega con loro.
I suoi quadri li ho sempre visti nelle case e nei locali della Valdinievole, ma ho avuto la sorpresa di scoprirli appesi su pareti di luoghi lontani, in altre città, in altre regioni. Vicino, in un angolo, c’era il sorriso gentile di Marino e della Luniga.