“La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte.
E’ come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu“
Ricorre oggi, giovedì 19 maggio, un anno dalla prematura scomparsa di Stefano Vezzani, dell’amico Stefano.
La sua fu una perdita dolorosissima, per tutta la comunità pesciatina, difficile da comprendere o farsene una ragione.
Stefano, avrebbe compiuto 50 anni appena una settimana più tardi, il 26 maggio. Ma il destino lo ha prematuramente allontanato dall’affetto dei suoi cari, della mamma Cinzia, della moglie Linda, e di tutti coloro che l’hanno conosciuto o hanno avuto la fortuna di incontrarlo, anche solo per qualche minuto.
E’ tutt’ora un esempio per chi è spesso disattento alle faccende della nostra città e per chi si abbatte troppo in fretta agli eventi della vita.
Oggi come un anno fa, lo ricordano in tantissimi. Chi ha condiviso con lui gli spensierati anni dell’adolescenza prima e della gioventù poi. Gli anni della pallacanestro, a Pescia e Monsummano, e quelli del Rione, il Santa Maria, di cui Stefano è stato per lungo tempo presidente ed autentico factotum.
In tantissimi lo vedono ragazzino con in mano il pallone a spicchi, in “terzo tempo” proiettato verso il canestro. O, al Palio dei Rioni, mentre sfila con indosso il vestito medievale, quello color bordeaux, per mano all’adorata Linda, compiaciuto dagli sguardi dei genitori Cinzia e Roberto.
In questi dodici mesi sono state molte le iniziative organizzate alla sua memoria. Nelle settimane scorse gli Shoemakers Monsummano, società nella quale ha rivestito il ruolo di giocatore e dirigente, lo hanno ricordato con una due-giorni di basket, il 1° Memorial Stefano Vezzani riservato alla categoria esordienti.
La Cestistica Pescia lo sta omaggiando con uno striscione, da temo appeso sulle pareti del palazzetto di via Galilei, con una sua foto e la frase “Non importa quanto segni. Quello che conta è uscire dal campo felici”, del suo idolo Kobe Bryant.
Il Rione Santa Maria, lo ha tributato nel corso del Palio degli arcieri dello scorso settembre con un inchino davanti alla casa materna, in via Veneto. L’ultimo saluto a Stefano fu celebrato proprio nel prato della sede del Rione biancorosso.