Mefit, la soluzione è in arrivo.
Devono essere stati giorni concitatissimi, per il commissario prefettizio Vittorio De Cristofaro, che ha incontrato i vertici della società che gestisce le contrattazioni all’interno del mercato dei fiori di via D’Acquisto, i tecnici, i Vigili del Fuoco, ma che soprattutto ha sollecitato la sensibilità di molti politici, deputati e senatori eletti nelle province di Pistoia e Lucca, e del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
Il risultato, a quanto pare, non poteva essere dei migliori. Intanto, è stato stabilito l’importo necessario per scongiurare la chiusura della struttura, 4,8 milioni di euro e non i quasi dieci milioni trapelati un mese fa. Serviranno per interventi come la sostituzione di alcuni stralli in acciaio malandati o l’installazione di porte antincendio.
La Regione potrebbe finanziare l’importo dei lavori, erogando la somma in due tranche contestualmente allo stato di avanzamento lavori. Saranno eseguiti in somma urgenza, ovvero, in tempi brevissimi, senza, è l’auspicio, l’interruzione delle contrattazioni.
Buone notizie anche sul fronte Corte dei Conti. Il Comune di Pescia ha chiesto -e tacitamente ottenuto- la proroga per rispondere alle osservazioni della Corte al riguardo dei risultati degli esercizi 2017, 2018, 2019 e 2020.
Per la Corte dei Conti, la nostra città paga “gestioni caratterizzate da poca avvedutezza e mancato rispetto dei principi di sana e prudente gestione finanziaria“.
DI COSA E’ COLPEVOLE IL COMUNE DI PESCIA
Il Comune di Pescia risulterebbe colpevole, nell’ordine, dell’errata determinazione del risultato di amministrazione relativo all’esercizio 2018; l’errata composizione del risultato di amministrazione per gli esercizi 2017, 2018, 2019, 2020; l’errata determinazione dei flussi di cassa vincolata; la mancata restituzione dell’anticipazione di tesoreria al 31 dicembre 2020 per un ammontare di euro 2.382.312,31.
La Corte ha anche rilevato il disavanzo di amministrazione ordinario al 31 dicembre 2020 nell’ammontare di euro 2.128.299,11 ed uno squilibrio di cassa per un ammontare di euro 3.220.940,75.
Tra le questioni contestate anche la mancata copertura del debito relativo al contributo dovuto alla “Società della Salute” riferito agli esercizi 2018/2021 per la quota non coperta dal bilancio, pari ad oltre 265 mila euro.