La storia del complesso monumentale, dal 1104. La città si attivi per la salvaguardia

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Già in un atto del 1104 compare per la prima volta il nome di un monastero benedettino annesso alla chiesa di San Michele Arcangelo di Pescia, ma è nel 1560 un nuovo monastero fu fondato nei locali dell’antico ospedale di Santa Maria Nuova. Nel corso dei due secoli successivi, l’istituzione accolse le figlie delle famiglie nobili e della borghesia imprenditoriale della città.

Nel 1785, all’epoca delle riforme attuate da Pietro Leopoldo di Lorena, il monastero come altri monasteri femminili della Toscana, fu laicizzato e trasformato in Conservatorio per l’educazione e l’istruzione delle ragazze di buona famiglia. A esso fu annessa una Scuola per le ragazze del popolo cui si insegnavano le nozioni della lettura, della scrittura e della matematica, l’arte del tessere, del cucito e del ricamo.

Per gran parte del 1900 fu centro per l’istruzione e l’educazione della gioventù, tenuto conto dell’ispirazione originaria generata dalla esperienza cristiana secondo la tradizione e gli insegnamenti della Chiesa Cattolica;  oggi è luogo destinato alla promozione dello svolgimento delle attività culturali. Nel 1923 la scuola normale fu trasformata in Istituto Magistrale  e nel 1931 il Conservatorio di Pescia fu tra gli istituti pubblici di educazione femminile indicati come “Conservatorio della Toscana” sotto il controllo del Ministero della Pubblica Istruzione.

Nel 1961  a decorrere da 1° ottobre nel Comune di Pescia, a seguito del decreto del  30/09/1961 a firma del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, fu istituito un Istituto Magistrale Statale e nel 2010 a seguito del riordino dei licei l’Istituto Magistrale prende la denominazione di Liceo statale.

La Pinacoteca è stata inaugurata nel 2009, grazie alla Fondazione del Conservatorio di San Michele di Pescia, che attraverso i suoi organi di gestione ha predisposto l’effettuazione di interventi importanti sulle strutture e sul patrimonio dell’edificio per restituire il Conservatorio con i suoi beni alla cittadinanza e di inserirlo nel circuito artistico e museale della Città prima e del territorio poi.