Un anno fa fu registrato il primo caso di contagio al coronavirus nella nostra città. G.B., un tecnico informatico quarantanovenne residente tra Veneri e Collodi.
L’uomo era rientrato a Pescia dopo un soggiorno di tre giorni per motivi di lavoro a Codogno, in Lombardia. Rientrato in Toscana aveva immediatamente cominciato a manifestare i primi segni di influenza. Autonomamente e responsabilmente si era messo in “isolamento” nella propria abitazione.
A seguito di un picco febbrile aveva contattato le strutture sanitarie che lo avevano trasportato in ospedale a Pistoia nel reparto di malattie infettive per tutti gli accertamenti.
Furono ricostruiti i contatti avuti nei giorni precedenti e 43 persone furono poste in isolamento domiciliare fiduciario con sorveglianza attiva da parte dell’Asl. Per la maggior parte, familiari e colleghi di lavoro.
Da allora i casi di contagio sono saliti vertiginosamente, fino ai 1000 circa attuali. Basta pensare che ad inizio settembre le persone risultate contagiate erano appena di 61. La nostra città ha pianto anche molte morti, 23 per la precisione. Le norme anticontagio hanno impedito che venisse riservato loro un giusto funerale.