Lucia Guidi, ex assessore nella prima giunta Giurlani, ha commentato la condanna a Giurlani e la successiva sospensione dalla carica di Sindaco per 18 mesi.
“Si sono consumate due giornate tristi per la nostra città. Tristi ancorché prevedibili e preventivate: il sindaco che subisce una condanna penale di 6 anni e 7 mesi per peculato ed abuso d’atti d’ufficio è una cosa a cui una città non dovrebbe essere sottoposta; poi la conseguente sospensione di 18 mesi.
Mi dispiace per la mia città ma ho sempre avvertito e sottoposto ai pesciatini quel pericolo che poi si è concretizzato, anche a costo di ricevere aspre critiche da parte dei sostenitori del sindaco, verso il quale, sia bene chiarirlo, non nutro alcun risentimento personale, essendo io sempre stata animata dalla ferma volontà di ragionare di buona politica e di progetti validi e sostenibili per la città.
Ora però, vista la situazione che si è determinata, è il momento di porsi qualche quesito su passato, presente e futuro della nostra città: domande alle quali personalmente ho cercato, spesso inascoltata, di dare risposte in questi ultimi anni e che adesso è ora di porre non tanto ad un’opposizione di centrodestra a dir poco inesistente, ma al mio ex partito di provenienza, il Partito Democratico, dal quale sono uscita per una cronica mancanza di chiarezza su troppi argomenti che ritenevo troppo importanti per non essere affrontati con nettezza.
Vorrei allora capire, andando indietro nel tempo, cosa abbia spinto un notabile esponente pesciatino del partito, Marco Niccolai, a portare a Pescia nel 2014, per fare le primarie, Giurlani considerando le polemiche che già nel corso degli anni precedenti erano venute fuori a livello regionale sulla gestione dell’Uncem (vedi prese di posizione, interrogazioni, blitz vari dei consiglieri di Fratelli d’Italia Staccioli e Donzelli che dicevano cose da denuncia nel disinteresse generale del PD regionale). Il Partito Democratico a Pescia aveva già un candidato naturale, ma forse quest’ultimo non garantiva i percorsi giusti per raggiungere il consiglio regionale.
Ecco, questa persona, nonché una parte rilevante del gruppo dirigente regionale e provinciale del PD dell’epoca, su che basi scelse Giurlani come candidato delle primarie da presentare alla cittadinanza?
Noto, ultimamente, con una certa soddisfazione, essendo cose che storicamente ho sostenuto anch’io, alcune posizioni prese dal PD di Pescia in merito al Mefit ed alla zona industriale che sono in palese contrasto con “le politiche pesciatine” autolesioniste professate sempre da quell’ “illustre” consigliere regionale e in parte sposate obtorto collo dal Giurlani, il quale è stato sostenuto da una parte del PD locale che lo aveva reclutato e candidato a Pescia fino a quando faceva comodo, per poi essere abbandonato a se stesso.
E quindi ancora mi domando: cosa succede all’interno del PD? Forse le cose stanno finalmente cambiando e si ha il coraggio di fare scelte per il bene della città e non nell’interesse delle carriere personali dei singoli? Me lo auguro! Come mi auguro che si abbia il coraggio di chiedere nell’interesse della nostra comunità le immediate dimissioni della Giunta e del Sindaco, perché con i problemi di bilancio ed amministrativi che ci sono, è impensabile che il comune sia governato per interposta persona da una sostituta nemmeno legittimata dal voto popolare, Guja Guidi, o, ancor peggio, da un vecchio amministratore di Lamporecchio, Aldo Morelli, che è qui non per fare gli interessi dei pesciatini, ma per continuare ad “esercitare” dopo quarant’anni, un potere autoreferenziale in una realtà che da presidente della provincia prima, e da sindaco di Lamporecchio poi, ha sempre avversato.
Meglio, molto meglio, il commissario e poi il voto”.