Marta Orsi, confidenze di una ballerina. Standing ovation per Lo schiaccianoci. Le foto

Ho cominciato a studiare e praticare danza all’età di 6 anni. Lo facevo per gioco, per somigliare a mia sorella Maria, più grande di me…”. “Mi piaceva molto ballare, per esempio davanti alla televisione durante la sigla di un programma o quando c’era una canzone alla radio. Istintivamente iniziavo a muovermi a ritmo di musica“.

Da allora Marta Orsi, 24enne pesciatina, non si è più fermata ed oggi è ballerina del Balletto di Milano, compagnia di ballo con residenza teatrale nello storico Teatro degli Arcimboldi.

Dopo gli studi iniziali presso Daedalus Danza Academy di Pescia, dal 2009, “poco più che quattordicenne ho preso a frequentare il Centro di Formazione Aida di Milano dove mi sono diplomata con lode nel 2014”. Marta anche frequentato stage presso il San Francisco Ballet, il Royal Flamish Ballet di Anversa e la Scuola di Ballo Teatro alla Scala.

Da anni risiede a Milano e dal 2015 fa parte dell’organico del Balletto di Milano dove ricopre numerosi ruoli tra cui Micaela in Carmen, Clara ne Lo Schiaccianoci e Cenerentola nell’omonima produzione, all’Arcimboldi ed in giro per il mondo, Marocco in Norvegia in particolare. Sono oltre 90 gli spettacoli messi in scena durante l’anno.

Non ho mai pensato di essere brava -ha detto Marta-. Devo per questo ringraziare gli insegnanti con i quali ho collaborato che mi hanno sempre stimolato a studiare e a praticare la danza. Ed i miei genitori Roberto e Elisabetta, così distanti eppure sempre al mio fianco”.

Marta quanto ti sei sentita soddisfatta di te?
“Lo scorso anno, il 24 dicembre, all’Arcimboldi ho interpretato Clara ne Lo schiaccianoci davanti ad oltre tremila spettatori, in piedi ad applaudire. E’ stato emozionante”.

“Se ho qualche rammarico? Sì, la danza mi ha tenuto per tantissimi anni e tutt’ora lontano dalla mia città, Pescia. Mi ha permesso di conoscere e confrontarmi con splendide persone ma non mi ha consentito di curare le amicizie, “quelle che si hanno da piccole“, che invece vorrò un giorno riallacciare”.