San Domenico, Camarlinghi respinge ogni accusa. “Probabile stress psicologico”

“Il consiglio di amministrazione del San Domenico ha l’obbligo di verifica di conformità delle condizioni contrattuali previste nella concessione integrale dei servizi che la cooperativa Kcs si è aggiudicata attraverso un bando europeo”. E’ quanto hanno riferito i consiglieri di amministrazione Ilaria Camarlinghi, Anna Marchi, Stefano Vamberti, Fausto Magri e Silvia Franchi.

Non ha alcun compito di vigilanza, per legge, sull’operato del personale che semmai spetta a Kcs, e pertanto, per i fatti incresciosi addeati a tre operatrici, ora agli arresti domiciliari, nessuno tenti di strumentalizzare il nostro ruolo o di tenere atteggiamenti persecutori”.

Punto. E’ la risposta ai consiglieri di minoranza, Mandara, Conforti e Franceschi in particolare.

Ilaria Camarlinghi, a nome del Consiglio di amministrazione, ha riferito di essere sbigottita per i fatti avvenuti.

Alla domanda specifica su quali potessero essere state le motivazioni che hanno spinto le tre all’insano gesto, Camarlinghi ha detto di non riuscire a darsi una spiegazione. “Sulla vicenda c’è ancora assoluto riserbo, siamo in attesa di saperne di più.  Può essere che lo stress psicologico e la fatica accumulata durante il periodo di lockdown abbia contribuito ad estremizzare certi comportamenti”. Nessuna giustificazione, per carità, la giustizia farà il suo corso.

Al riguardo delle dichiarazioni di Kcs, secondo cui, “nessun familiare aveva mai avuto sentore di siffatte condotte”, Camarlinghi è convenuta sul fatto che “i maltrattamenti possano essere stati fatti su ospiti privi o con ridotta capacità di intendere“.

Ad oggi la residenza ospita 47 persone e sono in corso nuovi inserimenti. Segno che, “al di là delle responsabilità individuali che andranno accertate, il San Domenico gode ancora di una buona reputazione che senza dubbio andrà rafforzata”.