Madonna col Bambino di Leonardo. Dall’abitazione del Turini a Pescia ai salotti lucchesi

Tutto risale a 6 anni fa. Era infatti il 2014 quando una delegazione di storici dell’arte dell’Università di Cambridge, in Inghilterra, venne a Pescia per visionare alcune opere custodite nel Museo Civico, ora prossimo alla riapertura.

Le opere ispezionate erano, e sono tuttora, di proprietà della Galleria degli Uffizi di Firenze. Si trattava di una Madonna col Bambino attribuita ad Antonio del Ceraiolo, due grandi tavole di Neri di Bicci, alcuni preziosi arazzi o tele, un dipinto di Giotto in età giovanile. Alcune di queste opere sono “tornate” a Firenze, nella Galleria dell’Accademia.

In quella giornata, gli storici inglesi, ritenuti tra i massimi esperti di arte leonardesca, ispezionarono anche una tavola raffigurante una Madonna col Bambino, di proprietà di una famiglia lucchese, “tra le più in vista” fu detto. Secondo i proprietari sarebbe stata dipinta da Leonardo Da Vinci. Gli esperti non si sbilanciarono, come usa in questi casi, ma le parti, pare, si dettero appuntamento di lì a qualche settimana.

Lo storico locale Claudio Stefanelli, oggi, non esclude che quel dipinto, danneggiato e rimaneggiato, fosse proprio di Leonardo Da Vinci. E’ certo, infatti che, ve ne fossero due, di dipinti di Leonardo, in casa di Baldassare Turini datario di Papa Leone X, a Pescia.

Li vide, senza dubbio alcuno, Giorgio Vasari, che in casa del Turini fu ospite prima di avviare il faticoso lavoro del dipinto che oggi si trova sul soffitto del Salone dei 500 a Firenze, “Allegoria della città di Pescia”.

Scrivere il Vasari, di Leonardo: “Fece in questo tempo per Messer Baldassarre Turini da Pescia, un quadretto di una Nostra Donna col Figliuolo in braccio (…). Ma, o sia per colpa di chi lo ingessò o pur per quelle sue tante e capricciose misture delle mestiche e de’ colori, è oggi molto guasto. Et in un altro quadretto ritrasse un fanciulletto, che è bello e grazioso a maraviglia, che oggi sono tutti e due in Pescia appresso a Messer Giulio Turini”.

Alla morte del Turini, egli dette disposizione agli eredi di “vendere tutto“. E’ pertanto facile supporre che la vendita dei beni avesse trovato acquirenti tra le famiglie nobili e più facoltose del territorio. ls