“È un impiegato quarantanovenne residente tra Veneri e Collodi, il primo contagiato del nostro territorio. L’uomo era per motivi di lavoro in Lombardia nei giorni scorsi. Rientrato in Toscana ha immediatamente cominciato a manifestare i primi segni di influenza“.
Così, il 25 febbraio scorso, annunciammo il primo caso di contagio al Covid-19 a Pescia. L’uomo fu ricoverato nel reparto di malattie infettive del San Jacopo a Pistoia. Guarì in pochi settimane e presto tornò tra le braccia dei propri cari. Si trattava del primo contagio in Toscana, rinvenuto insieme a quello di un sessantenne fiorentino.
Da quel giorno Pescia ha contato in tutto 62 casi positivi e, ahnoi! undici decessi. Tragiche morti, per lo più di persone anziane, affettuose, per bene, le quali “non fosse stato per quel maledetto virus” avrebbero ancora avuto tanto da dire e insegnare, per lo meno le buone maniere.
I loro nomi sono: Catia, Angelo, Tommaso, Giorgio, Maria, Egiziano, Ruggiero e Francesca, ospiti elle residenze per anziani San Domenico o Villa Matilde. Con loro ci sono anche Giancarlo, Carlo e Morena. Non avranno mai il conforto di un funerale o l’ultima carezza di un figlio o di un amico.
Ad oggi risultano ancora circa 20 persone contagiate, per lo più in isolamento domiciliare, dunque in discrete condizioni. Ci sono anche almeno 40 persone in quarantena.