L’udienza del processo contro Oreste Giurlani, la quarta, davanti alla terza sezione del Tribunale di Firenze, si terrà martedì 18 febbraio.
Le accuse nei confronti di Giurlani sono quelle di peculato e di traffico di influenze illecite. Reati che, secondo la procura fiorentina, avrebbe commesso dal 2012 al 2016, anni in cui rivestiva ancora la carica di presidente dell’Uncem Toscana, l’Unione dei Comuni montani. Il pm lo accusa di aver sottratto, in quegli anni, 724.331 euro di denaro pubblico. I soldi sarebbero stati prelevati dai conti bancari dell’Uncem di cui aveva disponibilità.
Saranno ascoltati i testimoni dell’accusa. Stando ai “si dice”, il Giudice punterebbe ad ascoltare tutti i testimoni, compreso i 72 della parte accusata, entro il giugno 2020 e successivamente avviare il dibattito. La sentenza di primo grado potrebbe arrivare il prossimo settembre.
LA “VERSIONE” DI PESCIA CAMBIA
Nei mesi scorsi il gruppo consiliare Pescia Cambia che sostiene la giunta Giurlani aveva sostenuto che “i testimoni sino a quel momento ascoltati stavano facendo luce su tre elementi, considerati i capisaldi delle accuse nei confronti dell’ex-presidente Uncem Giurlani”.
“I cappotti, è stato definitivamente confermato, furono acquistati da Giurlani per conto dell’Uncem e consegnati al senatore del Delaware Harris Mc Dowell, come ricordo della sua presenza in Italia”. Secondo Pescia Cambia, Mc Dowell, stretto collaboratore dell’allora presidente degli Usa Barack Obama, era venuto in Toscana per pianificare una serie di progetti.
“Quanto ai cellulari, è stato chiarito che Giurlani ne aveva in dotazione due, mentre gli altri furono usati per i vari progetti e venivano poi riportati all’Uncem, dove molti dei quali sono ancora presenti”.
“Quanto al presunto acquisto da parte di Giurlani di materiale sportivo, altro non erano che giubbotti invernali marcati Uncem che venivano distribuiti in modo promozionale nell’ambito del progetto ufficiale “Toscana Neve”.
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