I floricoltori di Cia entrano a gamba tesa sulle politiche agricole del Comune. “Il piano di marketing del Mefit non ha funzionato e la Tari sulle serre è insostenibile”.
“Sul piano di marketing e comunicazione nell’ultimo anno, il Mefit ha speso moltissimo. Il contributo complessivo degli operatori (commercianti e floricoltori) è stato di oltre 100 mila euro dal 2017 a oggi”. Ma, nonostante questo investimento senza precedenti nella storia recente del mercato dei fiori, è l’accusa, i risultati vanno al contrario: le aziende iscritte al Mefit sono diminuite di circa il 7% rispetto al 31 luglio 2017″.
Cia vuol far sentire la propria voce anche al riguardo dell’introduzione della Tari, “fra l’altro a livelli irrealisticamente esosi, sulle serre di produzione”. E pretende che il nuovo direttore del Mefit abbia competenze commerciali davvero in grado di promuovere il mercato dei fiori di Pescia e con esso tutta la floricoltura della Valdinievole e dintorni. “Alle serre di produzione, il Comune ha applicato, senza preavviso né tanto meno concertazione alcuna, di una Tari insostenibile per le aziende del settore floricolo – che già fanno fatica a restare competitive e sopravvivere sui mercati a causa della concorrenza di piante e fiori importati da Paesi meno sviluppati, con redditi e condizioni lavorative e fitosanitarie nettamente inferiori ai nostri Se queste cartelle dovessero essere confermate significherebbero semplicemente la chiusura dell’attività o, nella migliore delle ipotesi, delocalizzazione della produzione”.