SFRUTTAMENTO DEL LAVORO, FATTURE FALSE. Sequestri per due milioni di euro

La Guardia di Finanza di Pistoia ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali emessa dal GIP del Tribunale di Pistoia, nei confronti di 14 indagati e di 17 aziende, tutte operanti nel settore della grande distribuzione organizzata del facchinaggio e della ristorazione, attive su tutto il territorio nazionale.

In particolare, gli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Pistoia documentavano un articolato sistema di frode, posto in essere da uno strutturato gruppo imprenditoriale, riferibile a due amministratori di fatto, originari della Toscana – di cui uno pregiudicato per diversi reati di natura fallimentare e tributaria ed interdetto dall’esercizio di attività d’impresa – per i quali è già intervenuto, nei giorni scorsi, il rigetto dell’istanza di riesame presentata al Tribunale di Pistoia.

Nel dettaglio, le società investigate, non solo si avvalessero di illecite prestazioni di manodopera, ottenute sottoscrivendo fittizi contratti di appalto con società cooperative di lavoratori, ma come tali cooperative, anziché svolgere i servizi di facchinaggio e magazzinaggio contrattualmente pattuiti con una propria autonoma organizzazione di uomini e mezzi, in realtà si limitassero alla sola somministrazione del personale, senza alcuna autorizzazione del Ministero del Lavoro.

Ed ancora…

Oltre all’interposizione fittizia, emergeva, altresì, come, in talune occasioni, le società committenti avrebbero assunto ed impiegato parte dei n. 103 lavoratori attenzionati – molti dei quali reclutati approfittando del loro stato di bisogno – sottoponendoli a condizioni di sfruttamento mediante trattamenti retributivi e previdenziali meno garantistici rispetto a quelli del contratto collettivo nazionale: si pensi al superamento delle ore di straordinario massime annuali, al mancato riconoscimento del riposo minimo giornaliero o alla mancata applicazione dei previsti scatti di anzianità.

In definitiva, per gli anni d’imposta dal 2019 al 2023, le imprese coinvolte, a fronte di fatture ricevute dalle cooperative per un imponibile complessivo di quasi 10,5 milioni di euro, evadevano l’I.V.A. per circa 2 milioni di euro, pari quindi al profitto del reato di dichiarazione fraudolenta sul quale è poi intervenuto l’eseguito provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, emesso dal Tribunale di Pistoia.

Significativi i “vantaggi competitivi” di tali comportamenti delittuosi in danno delle imprese concorrenti: dal mancato sostenimento di costi per le contribuzioni obbligatorie, ai fini assistenziali e previdenziali, all’abbattimento dell’I.V.A. dovuta allo Stato, grazie alla detrazione dell’imposta indicata nelle false fatture emesse dalle cooperative.

Di qui, in conclusione, i pronunciamenti del GIP del Tribunale di Pistoia che, riconoscendo la fondatezza delle ipotesi formulate ed accogliendo la proposta avanzata dagli inquirenti, ha disposto, dapprima, il sequestro preventivo in via diretta delle somme depositate sui conti correnti e il sequestro per equivalente finalizzato alla confisca dei beni riconducibili ai due principali indagati, fino alla concorrenza del valore corrispondente in euro 1.998.240,16, nonché il sequestro impeditivo dei beni aziendali e delle quote societarie di ben n. 17 imprese, operanti nel settore della G.D.O., tra cui un complesso di quattro noti ristoranti attivi nelle aree di Firenze, Campi Bisenzio e Rosignano Marittimo, uno dei quali gestito da un chef televisivo di rilievo nazionale, e poi, ad esito degli interrogatori preventivi di garanzia, un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari ed un’ordinanza di misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentarsi alla Polizia Giudiziaria, nei confronti dei nominati due indagati principali

Nel sottolineare che le ipotesi investigative sopra sintetizzate sono state formulate nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza delle 14 persone, a vario titolo, sottoposte ad indagini e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna, l’odierna attività si inquadra pienamente nell’alveo delle iniziative poste in campo dalla Guardia di Finanza, per combattere i comportamenti illeciti che generano sperequazioni e diseguaglianze, a tutela della libera concorrenza e degli imprenditori rispettosi delle leggi, del mercato del lavoro e dei lavoratori.