Sud di Pescia a rischio inondazione. Canali ostruiti, intevenire. Le foto

Tra pochi giorni, il prossimo 25 novembre, ricorrono i 33 anni dall’esondazione del fiume Pescia a sud della città. Fu un evento tragico. L’energia del torrente, dopo due giorni di intensa pioggia, con i detriti raccolti nel percorso, si abbatté nei canali e nei fossi non appena superata la località Alberghi. Un muro d’acqua che spazzò via intere aree in località Pesciamorta, fino anche a Chiesina Uzzanese.

La strada per la messa in sicurezza di quell’area è in salita, “ma almeno – è il grido di allarme di tantissimi residenti e  titolari di aziende-, si pensi a ripulire i fossi perchè l’acqua possa scorrere veloce e senza interruzioni fino almeno all’idrovora a Pesciamorta, nei pressi della Scuola d’Infanzia”.

Sotto accusa, in particolare ci sono il rio Pesciamorta (di cui se ne conosce la presenza sin dal 1810) e il fosso di Montecarlo. Il primo si estende lungo via Romana, meno di duecento metri a ovest del fiume Pescia di Pescia. Il secondo, che raccoglie le acque della zona industriale Macchie San Piero, si estende invece poco distante dal fiume Pescia di Collodi.

Entrambi sono ostruiti dai detriti e dal terreno sabbioso che frana in continuazione dalle sponde dei terreni circostanti. A rischio è anche la tenuta della strada. Nel rio Pesciamorta, si è innalzato il fondo del canale e ridotto lo spazio dove scorre l’acqua, “con le prime piogge intense, sale il rischio esondazione”. La situazione tende a peggiorare nei pressi dell’intersenzione di via Romana con via Ricci, dov’è il ristorante Zaira; lì il tratto del canale delinea con una pericolosa doppia “S”.

I residenti hanno spesso sollecitato l’amministrazione e gli enti competenti, senza però avere risposta. “Ci è stato detto che lo smaltimento dei rifiuti raccolti ritenuti speciali, dunque inquinanti, ha un costo altissimo, ben tre volte quello del lavoro stesso, ovvero la risagomatura del canale”.        Luca Silvestrini