Monsignor Filippini sul Raffaello: “…noi non amiamo se non ciò che è bello”

Foto di Claudio Minghi

Ha parole per tutti, monsignor Roberto Filippini, comprensibilmente emozionato nello svelare alla città di Pescia, a tutta la Diocesi, la Madonna del Baldacchini di Raffaello CLICCA QUI PER LA STORIA tornata nel suo “habitat ideale, corrispondente alla finalità religiosa per cui era stata pensata“.

Per chi l’ha preceduto, monsignor Giovanni De Vivo, che “tra i primissimi sollevò l’opportunità di riportare la tavola in cattedrale. “L’operazione è divenuta una realtà grazie al piano strategico Uffizi diffusi sostenuto dalla lungimiranza del direttore delle gallerie Fiorentine Eike Schmidt e grazie al generoso contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia”.

Un grazie anche al sindaco Oreste Giurlani “ardimentoso ed esuberante” e all’ufficio diocesano per i beni culturali, l’architetto Antonella Galli, Luca Parlanti e il direttore Don Francesco Gaddini. “Glieli raccomando direttore, sono competenti e generosi“, ha scherzato con Eike Schmidt.

Per la diocesi pesciatina, la contemplazione della pala di Raffaello “permetterà di tornare ancora alle proprie origini, legate proprio a quel Baldassare Turini che gran parte ebbe nel rendere autonoma la propositura della chiesa Lucchese nel 1519. Sarà il prolungamento di quel Giubileo del cinquecentenario bruscamente interrotto dalla pandemia”.
Per Filippini, “la mirabile tavola propone un evento di disclosure, di rivelazione con gli angeli che sollevano le pesanti tende vellutate del baldacchino e dischiudono lo sguardo sulla Madre dolcissima di un Dio, il più bello tra i figli dell’uomo”.
Sant’Agostino, “…noi non amiamo se non ciò che è bello…”