Dai Sermoni di San Bernardo a Bibliografia Pesciatina. Gli antichi libri di Bellandi alla Capitolare

“Con la donazione alla Biblioteca Capitolare di Pescia, mia sorella Monica, mio fratello Antonio ed io contiamo di aver esaudito un desiderio di nostro padre Carlo, ovvero che una parte del suo patrimonio libraio, quello che in qualche modo riconduce a Pescia, rimanesse per sempre qui, nella nostra città“.

E’ un ritorno a casa, per questi libri, dopo aver tanto girovagato per il mondo”. Lo ha detto Francesco Bellandi, medico, figlio dell’indimenticato Carlo, notaio.

Carlo Bellandi, pesciatino, fu notaio nella nostra città dal 1953 al 1993 quando, settantacinquenne, si congedò dalla professione. Bellandi era anche un bibliofilo, un collezionista di libri antichi, rari. Cominciò ad acquistare i preziosi libri, anche alcuni incunaboli, manoscritti in latino scritti tra il 1450 e il 1500, tra gli anni ’70 ed ’80. In particolare, Bellandi, ricercava i testi nelle biblioteche di Firenze e Bologna, pubblicati da un editore pesciatino, Piero Pacini. “Era innamorato della “bellezza della fragilità“, lo incuriosiva il fatto che un libro fosse stato scritto secoli prima e lo angosciava l’idea che l’incuria potesse danneggiarlo o distruggerlo per sempre”, dice oggi Francesco.

Le opere donate sono ventuno. Si va dai Sermoni di San Bernardo e dai Laudi Spirituali del 1495 fino ai più recenti, si fa per dire, Un Viaggio in Oriente ed uno in Occidente del 1882 e Bibliografia Pesciatina del 1900.