Monsignor Leone Giani, svelato il dipinto del Maestro Stefanelli

E’ stato svelato nella mattinata di sabato 19 novembre nella sala grande della Biblioteca del Capitolo della cattedrale di Pescia il ritratto di monsignor Leone Giani.
L’opera del maestro Claudio Stefanelli ritrae Giani che fu canonico bibliotecario, cancelliere vescovile e delegato episcopale.

Leone Giani nacque il 27 giugno 1916 a Massa e Cozzile. Fu ordinato sacerdote il 18 maggio 1940 per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo Angelo Simonetti. Successivamente, monsignor Giani operò come segretario del medesimo vescovo pesciatino fino al 1948. Fu anche docente nel Seminario di Pescia e negli istituti statali. La lunga docenza presso L’Istituto Professionale di Stato Alberghiero di Montecatini Terme gli rimase sempre nel cuore.

Il vescovo Dino Luigi Romoli o.p., che il 15 ottobre 1954 lo nominò canonico del Capitolo della Cattedrale di Pescia, gli assegnò la carica di cancelliere vescovile.
A seguito della scomparsa di monsignor Guido Verreschi il vescovo Giovanni Bianchi, il 10 agosto 1993, elevò monsignor Giani al grado di delegato vescovile con le facoltà di vicario generale. In questa veste che mantenne fino al suo decesso fu confermato anche dal vescovo Giovanni De Vivo.

La vita presbiterale di monsignor Leone Giani si svolse soprattutto nell’ambito della diocesi di Pescia.

La personalità semplice di Giani, insignito del titolo di monsignore e di prelato d’onore, si distinse anche nelle vesti di amministratore parrocchiale di Massa e Cozzile prima e di Colle di Buggiano dopo. È doveroso ricordare e sottolineare la sua salvaguardia dei beni artistici sia della cattedrale di Pescia che della Biblioteca Capitolare.

Caratterialmente un po’ ironico, nel segno della cultura massese, e in possesso di una discreta cultura teologica ed umanistica, la sua morte avvenne nell’ospedale di Pescia. Aveva 85 anni.
È intitolato al suo nome il parcheggio di Porta Fontana a Massa e Cozzile, dove, ancora oggi, il ricordo di “don Leone” vive e permane intenso nel cuore dei suoi paesani. Carlo Pellegrini