L’EDITORIALE | Pescia, così è…se vi pare. I cantieri infiniti

“…nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso“.

Quella che segue è la fotografia di una città che proprio non va, che fatica a risollevarsi da anni di passate e più recenti scelte sbagliate o scelte che non si è preso, spesso temendo di alterare uno status quo o congreghe nelle quali i pesciatini si ritrovano ora soffocati.

Tutto è sub iudice, una precarietà alla quale ci stiamo facilmente abituando. E’ come se…stessimo aspettando qualcuno o qualcosa che faccia per noi quello che gli amministratori, ad ogni livello, non hanno fatto.

Ci nascondiamo dietro la nostra storia, convinti che i continui riferimenti ad un territorio invidiabile (il fiume, le montagne che ci circondano e che con fare altezzoso definiamo Svizzera Pesciatina), alle storiche origini (Guelfi e Ghibellini che si contendevano la città, la Diocesi cinquecentenaria, il passaggio dei Medici), all’immediato dopoguerra (che regalò alla città anni di rinnovato slancio in ogni settore, sportivo, sociale ed industriale), siano condizione sufficiente per dare un futuro ai nostri figli.

Oggi, questo è…(poche righe per ciascuno dei non va possono bastare per un’attenta riflessione…

Teatro Pacini. Non è in programma alcun palinsesto che possa coinvolgere gli appassionati di commedia, prosa o danza pesciatini, che non sanno darsi pace. Nel teatro affondano le nostre tradizioni, la nostra cultura.

Cimitero. Trascuratezza e sciatteria. E’ pericoloso camminare viste le profonde buche che si sono aperte nei pressi di alcune tombe. Sotto i colonnati hanno trovato rifugio nidi di uccelli e ragnatele piene di ragni e da alcune lapidi marmoree, rotte da tempo, spuntano pericolosi cavi elettrici. La chiesa sta cadendo a pezzi.

Stadio. Inaugurato nel 1955 dall’allora sindaco Rolando Anzilotti è chiuso ed inibito a qualsiasi attività sportiva da quasi 4 anni. Si è spesso azzardato su un’imminente riapertura senza però mai rispettare i tempi.

Ponte dei Marchi. Chiuso nel maggio 2019 perchè sarebbe potuto cadere da un momento all’altro, fu detto. I lavori di riqualificazione sono stati ammessi al bando di “Rigenerazione Urbana”, finanziato con i fondi del PNRR, l’Europa per intenderci. I tempi previsti per la riapertura, tra progettazione e esecuzione dei lavori, rischiano però di slittare al 2024 o 2025.

Ponte all’Abate. Vietato il doppio senso di circolazione dall’aprile 2020. Infinite code si formano ad ogni ora del giorno da e verso la Lucchesia. Continui ritardi ed un tessuto economico che naturalmente è in sofferenza.
Lorenzini. Il prestigio di una scuola va di pari passo con la struttura con la ospita. Il Lorenzini, che mantiene ancora uno standard qualitativo tra i più alti della Provincia, rischia di rimanere senza una sede adeguata. Si punta alla cittadella scolastica, nell’area ex Santoni, ma i tempi saranno lunghissimi, almeno 7 o 8 anni. E sono già molti gli studenti che stanno “traslocando” verso i vicini Salutati di Montecatini Terme o Majorana di Capannori.

Ex Fabbrica Del Magro. In parte demolita nel 2017 per motivi di sicurezza, nelle intenzioni di molti amministratori avrebbe dovuto ospitare un importante parcheggio a servizio del centro cittadino o un centro dove ospitare le sei di numerose associazioni senza “un posto fisso”.

Viabilità e parcheggi. Il centro della città è soffocato da un traffico di vetture in transito in certe ore del giorno. Gli esercizi commerciali sono in sofferenza anche per la mancanza di parcheggi. Tutto ciò favorisce lo sviluppo e l’insediamento di nuovi supermercati o di commercianti stranieri a danno naturalmente di un tessuto economico rappresentativo della storia della città.