Inna e Marina, “terrorizzate per i nostri parenti in Ucraina”. “Il nascondiglio sotto casa”

Hanno paura, tanta paura, che il cerchio si stringa e la situazione degeneri”.

Inna, in Italia dal 2000, ha i due genitori che risiedono nei pressi di Dnipro, nel centro dell’Ucraina, a 500 chilometri di distanza da Kiev, a nord, e a quasi 600 chilometri da Sebastopoli, in Crimea, a sud. “Hanno 70 anni, abitano in campagna. Per fortuna hanno cibo e acqua. Quando suonano le sirene anti-aree devono fuggire, spesso si rifugiano nel locale interrato, utilizzato durante l’inverno per riporre gli alimenti”.

“Da quello che leggiamo il conflitto è per il momento spostato a est e nei pressi della capitale Kiev, ma potrebbe presto trasferirsi al centro, nelle campagne -ha detto Inna-. Ed allora potrebbero essere guai seri”. “Sento i miei genitori almeno quattro o cinque volte al giorno, con whatsapp, finchè non ci saranno interruzioni sulla rete”.

Marina, in Italia dal 1999, invece, in Ucraina, ha la sorella. “Abita con suo figlio, quarantenne, che potrebbe venire chiamato nell’esercito. Dunque non può e non intende lasciare il Paese”. Abita nei pressi del confine con la Romania. “Ogni giorno, racconta, migliaia di Ucraini tentano di lasciare il Paese. Sono per lo più donne con bambini e anziani, hanno sul volto i segni della disperazione“.

Inna e Marina, che abitano a Pescia, hanno anche raccontato di soldati russi, in transito nelle campagne ucraine, che si sono fermati a chiedere dell’acqua e del cibo. “Erano debilitati, avevano scorte per un giorno, non immaginavano che la guerra sarebbe durata assai di più…”.

“Vorrei portare i miei genitori qui, in Italia”, ha detto Inna.

“Sono originaria di Yasynuvata, nel Donetsk, ma quelle città, in televisione, ormai non le riconosco più…”, ha concluso Marina.