8 marzo. Viva le donne! | Francesco Bellandi e Rosy Gianneschi

In questa domenica di Primavera raccolgo un Fiore per tutte le donne dal Giardino profumoso e petaloso di Francesco Bellandi, Presidente del Lions Club Pescia in questo tempo di guerra e di guerre….quando si andava a scuola la maestra Marta ci insegnava a sfogliare l’Antologia, diceva che era una raccolta dei più bei Fiori, e io lì per lì non capivo, non vedevo né terra fertile, né fogliame, né stelo intorno…ma poi quei Fiori col tempo li ho trovati, leggendo e cercando, intenta a scavare con le mani l’anima nel profondo…ed eccone ora uno di questi Fiori.

MILLE PAGINE (di Francesco Bellandi)

Donna libro, mille pagine,

pagine bianche come lenzuola

da sfogliare pian piano nel buio,

pagine piene di luce e colore

come i vestiti che cambi ogni giorno,

pagine ancora incollate

che nessuno ha letto mai prima di me.

Donna favola, fra le mie dita

si scioglie il tuo incantesimo

ma è una bellezza difficile, segreta

da leggere in silenzio palmo a palmo;

anche tra le righe dei capelli

hai nascoste cento lettere d’amore.

Donna storia, la mia storia

è tutta quanta dentro te

tu la racconti con i tuoi sorrisi

o con il pianto che bagna queste pagine

dove ogni goccia è il punto che interrompe

frasi intere di baci.

Donna Favola, Donna Amore e Poesia, Donna e Donne, da rispettare, da non odiare, mentre queste pagine scorrono e scivolano via dalle nostre dita veloci, come questi giorni ora sospesi ed ora accelerati in un’overdose di ricordi e di timidi sprazzi di futuro…pesco anche io un virgulto di Fiore dalla mia Antologia per donarlo questa volta a tutti gli uomini e per gridare NO alla VIOLENZA SULLE DONNE…

GLITTER (di Rosy Gianneschi)

Susanna, glitter sugli occhi, tanto bastava per iniziare a dovere una notte da sballo, fatta di musica a tutto volume, di brindisi e di giri in macchina lanciata a una velocità folle, folle ed incontrollata, folle ed irrefrenabile, come la voglia di vivere che prende, che Ti prende forte, e Ti proietta in un mondo che pare essere finalmente Tuo e solo Tuo.
Anche quella pareva una serata qualunque, partita nello stesso modo di sempre se non fosse stato per uno strano verso, una sorta di urlo straziante che una civetta continuava a ripetere, nascondendosi tra il folto degli alberi: ma al diavolo i presagi e le assurde superstizioni…

Una mano aprì per lei la portiera dell’auto, Susanna non era avvezza a queste delicatezze, e la cosa le piacque non poco. La Micra si mosse e tutto intorno a lei cominciò a girare, il viale, le case, tutto si confondeva col buio pesto di quella serata d’estate insolitamente poco romantica e senza stelle. Solo qualche aereo si azzardava a solcare il cielo, creando piccoli punti di luce.

Colpa di quello stramaledetto cock…tel, cocktail o come cavolo si scrive, pensò ingenuamente Susanna: dicono sempre che sono a base di frutta e tu li vedi lì, bellini bellini e tutti colorati con l’ombrellino e la fragola e poi chissà cosa ci mettono dentro…tu bevi, vanno giù come l’acqua, e non pensi che siano mine assassine per il tuo organismo e che nel giro di qualche minuto possano metterti ko, ecco, questo sì lo so scrivere, rendendoti una larva umana, pressoché incapace di reazioni e di emozioni.
Susanna ora si sentiva proprio così, non più capace di scegliere, di obiettare e di reagire di fronte ad una cosa sbagliata; tutto e tutti le apparivano ammantati di una luce fredda e surreale, come quella dei neon delle insegne dei negozi di periferia; tutto e tutti erano ormai irraggiungibili, lontani mille e mille chilometri da lei.

Aveva bevuto, aveva bevuto troppo, ed ora doveva anche andare in bagno, sì, vomitare, si sentiva tutto lo stomaco in subbuglio.

Ma la scuola era finita e si doveva festeggiare, dispensare saluti, baci ed auguri di buona estate, si dice così quando ci si avvia verso il mare, verso le agognate vacanze.
La trovarono seduta per terra in un parcheggio di nero asfalto, tremante alle quattro di mattina, e ben poco era rimasto del suo vestito a pois comprato apposta per quell’occasione speciale, per sembrare più grande e più carina.

Cris, con addosso quel pezzetto di stoffa striminzita, sicuramente l’avrebbe notata, non avrebbe potuto certamente rimanere indifferente: questo era da escludersi, categoricamente, era da escludersi proprio.

Vistose escoriazioni sulla pelle, il tacco di una scarpa rotto, il trucco sbavato a rigagnoli lungo tutto il viso, gli occhi che non parevano più azzurri, nemmeno alla luce dell’alba imminente. Niente più Lei, niente più forza nelle gambe, né voce, né ricordi per raccontare.
Signorina….signorina….il suo nome….ce la fa ad alzarsi? Stia calma, sta arrivando un’ambulanza….ora può stare tranquilla….qui ci siamo noi e non le potrà accadere più nulla……

L’ambulanza no, la polizia no, poi avrebbe dovuto necessariamente raccontare, e più che raccontare inventare una storia plausibile, per giustificarsi con i suoi, per ragionevolmente motivare il suo mancato ritorno a casa entro l’una, come promesso.

Il blu elettrico del lampeggiante le illuminò per un secondo corpo e volto, in una sferzante e straziante gelida intermittenza di buio e di luce.
Apparve una ragazzina, forse già donna, residui di glitter sugli occhi: apparve Susanna, non quella vera, quella dei pigiamini rosa e del gelato a merenda, ma un’altra, quella poco conosciuta, costruita ispirandosi alle ragazze da copertina, sempre felici, sempre col sorriso indelebile stampigliato fisso in faccia ed i vestiti ed i capelli alla moda.

Con Cris la storia finì prima di essere iniziata e la vicenda si concluse con una lapidaria assoluzione. Gran trionfo del suo difensore, e della giustizia, che aveva fatto uno dei suoi corsi.

Susanna infatti non aveva parlato, aveva scelto di non parlare, o meglio, di raccontare a suo modo di quell’insolita notte d’estate senza stelle, con soltanto il volo degli aeroplani ad illuminare, per brevi tratti, l’oscurità del cielo.

Ecco un altro uomo che uccide un’altra donna, scrisse nelle sue carte amare il Sostituto Procuratore….…
MAI PIU’….NO GENDER VIOLENCE….NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Francesco Bellandi & Rosy Gianneschi, per Lions Club Pescia