Il Comune vende l’argenteria migliore per pagare i debiti. Via Coad e Acque

I debiti aumentano e il Comune di Pescia è costretto a vendere la sua argenteria migliore e far fronte alle disposizioni della Corte dei Conti per finanziare il disavanzo ordinario registrato a fine esercizio 2019.

Sotto accusa, secondo la Corte dei Conti, ci sono il ricorso all’anticipazione di tesoreria diventato “strutturale”. E’ scritto: “Dal momento che essa non viene mai interamente restituita al termine dell’esercizio, assume una fattispecie simile ad un vero e proprio “mutuo” atipico destinato a finanziare spese correnti”. Ma, “secondo la giurisprudenza contabile, l’utilizzo improprio delle anticipazioni di tesoreria rappresenta una elusione (…)”. Si tratta, secondo la Corte, di un “indizio di una sofferenza cronica, determinata dall’incapacità dell’Ente di far fronte ai propri pagamenti“.

Solo nel 2019, l’anticipazione di cassa non restituita, è stata di euro 2.041.102,64, e i fondi vincolati non ricostituiti sono stati euro 800.150,34, per uno squilibrio di cassa complessivo di euro 2.841.252,98.

La nota della Corte dei Conti ha fatto anche emergere l’importo di quasi tre milioni di euro, da iscrivere a bilancio come spese da ripianare, che è la differenza tra il Fondo Crediti di Dubbia esigibilità calcolato ed accantonato.

Nell’adunanza del 3 novembre scorso, è scritto, il Comune di Pescia avrebbe promesso in vendita l’argenteria migliore del Comune di Pescia, oppure “non strategica”, si dirà, come: parte delle azioni di Acque spa che dovrebbero garantire un incasso di almeno 1,8 milioni di euro; un ramo d’azienda del consorzio Coad, anche qui si tratta di poco meno di 2 i milioni di euro da incassare; parte del il patrimonio immobiliare inutilizzato. E poi altre misure, come l’incasso dalla sosta delle autovetture nei parcheggi ex Nivi, la lotta all’evasione fiscale e l’incasso di oneri di urbanizzazione con l’approvazione del piano operativo.

La Corte si fida, ma non troppo. La nota chiude con: “Se per alcune misure appare fortemente dubbia la capacità di realizzazione (per es. la lotta all’evasione), stante le risultanze pregresse, per le altre il Collegio dovrà attendere alcuni mesi per verificarne la realizzazione“.

La quota di partecipazione del Comune di Pescia in Acque spa, detenuta attraverso Coad, è dello 0,80224%. Acque spa è controllata al 45% da un gruppo di imprenditori tra cui Acea, Suez Environnement e Monte dei Paschi di Siena. Il fatturato 2018 è stato 171 milioni di euro, l’utile 30 milioni di euro. Il Comune di Pescia è rappresentato in Consiglio di amministrazione con un proprio consigliere.